Filosofia in pillole: Giordano Bruno



Giordano Bruno fu una figura controversa del Rinascimento italiano. Il 17 febbraio del 1600 fu bruciato sul rogo a Roma per eresia. A causa della varietà dei suoi interessi, gli studiosi moderni sono divisi sul significato principale del suo lavoro. La visione cosmologica di Bruno anticipa certamente alcuni aspetti fondamentali della concezione moderna dell'universo e il suo ideale di tolleranza religiosa e filosofica ha influenzato i pensatori liberali. D'altra parte, la sua enfasi sulla magia e l'occulto è stata fonte di critiche tanto quanto la sua personalità impetuosa  e la sua burrascosa eloquenza. Le sue tecniche di valorizzazione della memoria descritte nel libro "L'arte della memoria" sono ancora in uso oggi.

Accusato di eresia, in un'epoca di oscurantismo ideologico e reazionario della Chiesa Cattolica, (l'Istituzione dell'Inquisizione aveva come scopo di far rispettare i dettami del Vaticano)  trascorse gli ultimi otto anni della sua vita in catene a Castel Sant'Angelo, dove fu regolarmente torturato e interrogato fino al processo. Nonostante questo, egli rimase impenitente, dichiarando davanti ai suoi giudici e al cardinale gesuita Bellarmino di non avere nulla da ritrattare dell'impianto base della sua filosofia. Anche la condanna a morte emessa della Chiesa cattolica, non cambiò il suo atteggiamento.
Subito dopo che la condanna a morte fu emessa, la mascella di Giordano Bruno fu bloccata e chiusa con una serrata di ferro e la sua lingua trafitta con un picco di ferro e un altro picco di ferro fu infilato nel suo palato. Guidato per le strade di Roma, spogliato dei suoi vestiti, fu bruciato sul rogo a Campo dei Fiori.

In una Introduzione alla sua  Dialettica della natura, Fredrich Engels scrisse che Bruno sfidando l'autorità religiosa pose le basi per la scienza moderna in un periodo storico in cui la scienza moderna stava appena cominciando a sorgere.



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