Vincent Van Gogh definì la sua vita come “una discesa infinta”, e in realtà egli era un essere disgraziato e non solo perché portava su di sé i segni delle sue disgrazie, ma anche perché "diffondeva intorno a sé infelicità" (Giordano Bruno Guerri). Eppure ha riempito l’arte di una bellezza nuova al punto di essere considerato il padre dell’arte moderna, colui che gettò il seme della pittura espressionista e dell’astrattismo. Nato a Zundert, un villaggio rurale olandese ai confini con il Belgio, il 30 marzo 1853, Van Gogh comincia a dipingere a trent’anni e nel tempo crea uno stile personale, acceso e rivoluzionario nel disprezzo delle regole pittoriche tradizionali. I suoi campi sembrano salire verticalmente, i sentieri non sempre condurre da qualche parte, i corvi andare e venire: la natura di Van Gogh, come il colore che l’artista usa, pulsa e risucchia vivo lo spettatore che ne diviene parte. Potenti, risoluti, eroici, nuovi, i quadri di Van Gogh sono proiezioni dell