We have always lived in the castle -Abbiamo sempre vissuto nel castello- di Shirley Jackson: una storia di alienazione.
"Le case non sono spazi sicuri nella narrativa di Shirley Jackson , ma sono palcoscenici di sconvolgimenti. Rispecchiano sia la vulnerabilità dei loro inquilini che i loro peggiori impulsi". Nel suo ultimo e più grande romanzo, We Have Always Lived in the Castle ( Abbiamo sempre vissuto al castello ) scritto agli inizi degli anni '60, Jackson mette in primo piano due donne alienate, diverse tra loro ma complementari, intrappolate dalle proprie paure e dall'ambiente circostante, così terribilmente sole nella loro alterità, colte nel processo di disintegrazione del loro io, attraverso la lente del trauma. Crea inoltre un certo archetipo di narratore di cui non ci si può e non si deve fidare: un motivo così popolare nella letteratura di oggi. Incipit: " Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott’anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lungh