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Il maestro dell'animazione giapponese: Hayao Miyazaki.

Ho compreso solo ora che, per noi, il paradiso risiede nei ricordi della nostra infanzia. In quei giorni eravamo protetti dai nostri genitori ed eravamo innocentemente inconscienti dei tanti problemi che ci circondavano. Pertanto, quando si cerca il paradiso, è necessario tornare con la memoria alla propria infanzia. Quello che faccio è guardare i bambini di fronte a me. Ma ci sono casi in cui non riesco a vederli, e in questi casi finisco per fare film per persone di mezza età.

Semi sconosciuto in Italia per i suoi film mentre le sue serie di cartoni animate venivano costantemente replicate, Hayao Miyazaki comincia ad essere riconosciuto in occidente come genio dell'animazione a partire dal premio Oscar ricevuto per la Città Incantata nel 2001.
Campi larghi, treni che arrivano viaggiando a pelo d'acqua fanno da sfondo alle avventure di Chiro una ragazzina che si trova, in un mondo magico di cui non conosce le regole, a dover salvare i genitori imprigionati in corpi di maiali.
"Scelgo le donne come protagoniste dei miei film perché possiedono caratteri forti" ha dichiarato più volte Miyazaki. E le donne sono infatti le protagoniste indiscusse di La principessa Mononoke (1997) e Nausicaa nella  Valle del Vento (1984), film quest'ultimo che affronta delle tematiche non semplici nello scenario di un futuro post atomico in cui la natura ricostruisce la Terra mentre l'uomo continua ostinatamente a fare del male.
Ancora bambino quando il Giappone viene segnato dalla catastrofe atomica, Miyazaki che ha sempre affermato: "Nella realizzazione dei mie film attingo ai ricordi d'infanzia in cui cerco ogni volta di inserire elementi nuovi che non aveva colto da bambino.  
Ed eroi-bambini coraggiosi, che devono affrontare mondi segnati dalla follia umana, sono presenti nei suoi capolavori.
Nausicaa nella Valle del Vento, basato sul manga (fumetto) con lo stesso titolo che aveva iniziato a disegnare due anni prima, fu il primo successo di botteghino del regista nipponico, ciò che permise l'apertura dello  studio d'animazione, Studio Ghibli,come il nome di un vento africano e di un aereo da attacco italiano, il cui tenero simbolo è un animale fortunato, libero, frutto della fervida fantasia di Miyazaki: il Totoro. 
Amore per l'ambiente, per le donne, per il volo, per una società capace di mantenere saldi i valori dell'essere umano di fronte al progresso senza freni, sono alcuni dei i temi cari al maestro dell'animazione giapponese che ovviamente si arricchiscono nei diversi film di nuovi elementi come la paura infantile, la ricerca/sviluppo dell'indipendenza emotiva ed economica, la fantasia le cui immagini sono spesso  precluse agli adulti.
Mondi che sono storie di per se stessi intrisi anche di magia sono quelli di Miyazaki. Essa, definita dallo stesso regista come qualcosa d'inspiegabile, assume, di volta in volta, la forma di  uno stregone, Howl, dotato di un grande potere che vuole usare autonomamente e non asservito alla ragione di stato, del suo aiutante, un demone del fuoco di nome Calcifer, di streghe che scagliano maledizioni, di spiriti della natura o di un'adolescente strega, Kiki, che cerca di capire qual'è il "mestiere" adatto a lei. 













Kiki Delivery Service di Hayao Miyazaki qui







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