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L'Occidente incontra l'Oriente: la bellezza dello haiku.

Lo haiku, componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo, è una breve poesia composta, nell'adattamento occidentale, da tre versi  formati da un numero preciso di sillabe: il primo verso contiene cinque sillabe, il secondo sette sillabe, il terzo verso di nuovo cinque sillabe per  un totale dunque di diciassette sillabe. La scelta di questi numeri, il cinque e il sette, non è casuale. Nella tradizione poetica nipponica, l'alternanza e il ripetersi di tali cifre, rispecchiava i due momenti fondamentali del pensiero taoista: la regolarità o l'irregolarità, l'armonia o la disarmonia delle manifestazioni della natura in simbiosi con l'uomo. L'autore occidentale è libero di seguire, nel conteggio sillabico, tanto le regole ortografiche che quelle metriche potendo contare, in quest'ultimo caso, su un'ampio ventaglio di specificità prosodiche.
Da più parti è scritto che esistono almeno due modi di scrivere haiku che danno vita a due stili diversi. Il primo stile è caratterizzato dal fatto che uno dei tre versi (normalmente il primo) introduce un argomento che viene ampliato e concluso negli altri due versi. Il secondo stile produce haiku che trattano due argomenti diversi messi fra loro in opposizione o in armonia.
Cimentarsi con gli Haiku, scrive Pietro Tartamella titolare di Cascina Macondo, significa osservare il mondo con occhio attento. Costringe a liberarsi delle sovrastrutture, delle parole inutili e superflue, di tutti i concetti che contemporaneamente si affollano attorno ad un evento, ad una esperienza, ad una sensazione.Ci spinge a "guardare", a "stupirci" e soprattutto a "cogliere" l'essenza di un accadimento, la sostanza di una esperienza, di cui siamo testimoni.
Haiku scelti:

Matsuo Basho
(1644-1694)

Umi kurete 
kamo no koe bonoka
ni shiroshi

Inverno desolato-
nel mondo di un solo colore
il suono del vento

Chiyo-jo
(1703-1775)

Hirou mono 
mina ugoku nari
shio higata

Spiaggia alla bassa marea:
tutto ciò che prendo
è vivo.

Yosa Buson
(1717-1784)

Shiraume no 
kareki ni modoru
tsukijo kana

Il pruno bianco 
ritorna legno secco
notte di luna                                                                                                                 

Gli haiku attingono da secoli alla filosofia Zen e la tradizione giapponese riserva loro quel tratto distintivo che li vuole legati alla natura. Nella tradizione classica, infatti, parte essenziale dello haiku è il "kigo", elemento che collega il tema del componimento ad una stagione dell'anno. Esso può essere più o meno esplicito. Il kigo è la parola della stagone che sta appunto a  indicare un periodo preciso dell'anno. Flora,  fauna,  avvenimenti religiosi o popolari,  cibi, manifestazioni naturali: il poeta può attingere ad un vasto repertorio di kigo.  I termini stagionali, suddivisi per periodo e utilizzabili all'interno di ogni componimento, sono raccolti in almanacchi  chiamati "saijiki".
In Giappone si calcola che esistano circa venticinquemila kigo raccolti in diversi almanacchi. In occidente l'uso del kigo è diverso da quello giapponese tradizionale e risente delle differenze ambientali, climatiche nonché culturali. Movimenti antitradizionalisti contrastano l'applicazione rigida della norma canonica che vuole la presenza ineludibile del kigo all'interno dello haiku. Gli autori  "mu-kigo" ovvero "senza stagione", ne sono un esempio. Secondo l'esatta terminologia giapponese, si chiamano "haijin" gli specialisti e i neofiti che si cimentano nella pratica di questo particolare genere poetico che è lo haiku.

Haiku di Antonietta Losito: 

In riva al fiume
tra l'erba verdeggiante
sguardi di bimbi

(edito nell'antologia Haiku tra meridiani e paralleli, FusibiliaLibri)

Marzo bizzarro:
impregnate di pioggia 
pure le scarpe

All'imbrunire
alberi senza foglie
colmi di cachi

(rispettivamente haiku nono classificato  e haiku selezionato al XXVII Premio Letterario Nazionale Haiku ed.2013 Associazione Nazionale Amici del Haiku/ Edizioni Empirìa). 


In Giappone, questa modalità poetica è praticata come un allenamento che aiuta a mantenere giovane la mente e il cuore  e a stimolare la vitalità.
In tal senso lo haiku è, come sostiene Dona Amati, presidentessa dell'Associazione Fusibilia:
un massaggio cerebrale, un potente antidepressivo che permette di correre dietro le sillabe e in questa corsa incontrare tutto ciò che è latente in ognuno di noi. 

Haiku di Anika-Blue


S'infrange l'onda 
sulla scogliera nera:
gabbiani in volo

Haiku di Pam

Il temporale:
luce chiara brillante
dopo il lampo

Per una conoscenza più approfondita degli haiku, suggeriamo i seguenti link: 
www.aih-haiku.it/   www.cascinamacondo.com



Gli haiku scritti da Antonietta Losito, Anika Blue e Pam sono protetti dalle leggi sui copyrigth.







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