Titolo: Mrs Dalloway
Autore: Virginia Woolf
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: € 6,00 (cartaceo); € 1,99 (digitale)
Negli occhi della gente, nel loro andamento lento, faticoso, nel chiasso e nel frastuono, le carrozze, le automobili, i tram, i furgoni, gli uomini-sandwich che vanno avanti e indietro col loro passo strascicato e ondeggiante, le bande e gli organetti; nel trionfo e nel tripudio e nel canto stranamente acuto di un aereo, ciò che amava era: la vita, Londra, quell'attimo di giugno.
Autore: Virginia Woolf
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: € 6,00 (cartaceo); € 1,99 (digitale)
Negli occhi della gente, nel loro andamento lento, faticoso, nel chiasso e nel frastuono, le carrozze, le automobili, i tram, i furgoni, gli uomini-sandwich che vanno avanti e indietro col loro passo strascicato e ondeggiante, le bande e gli organetti; nel trionfo e nel tripudio e nel canto stranamente acuto di un aereo, ciò che amava era: la vita, Londra, quell'attimo di giugno.
Mrs Dalloway
Virginia Woolf fa parte, assieme a Joyce, a Proust (solo per citarne alcuni), di quella schiera di scrittori che, agli inizi del Novecento, si pongono il problema di adeguare la tecnica narrativa, la scrittura, alla società in evoluzione e all'esistenza, nelle forme in cui questa si presenta in quel momento storico.
Nata a Londra nel 1882, Virginia Stephen cominciò a
soffrire di disturbi depressivi a partire dai tredici anni in seguito alla
morte della madre. Donna nervosa, perennemente tesa, nel 1912, sposa
Leonard Woolf il quale, pensando di aiutare la moglie a trovare calma ed
equilibrio, le propone di aprire una casa editrice. Nasce così la casa editrice
The Hogarth Press con la quale Virginia e suo marito pubblicheranno in
Inghilterra le opere di nomi ancora poco conosciuti, tra questi Sigmund Freud.
La Hogarth Press pubblica ovviamente anche i romanzi e i racconti della Woolf,
che forse per la loro modernità nessun editore dell'epoca avrebbe pubblicato.
Per la sua innovazione stilistica, Mrs Dalloway,
pubblicato nel 1925, è forse il più accessibile dei romanzi di Virginia Woolf e
nel 2005, la rivista Time lo ha definito come uno dei cento romanzi migliori in
lingua inglese.
Scivolando senza sforzo tra discorso diretto e
indiretto, facendo fare al lettore spola tra passato e presente, e saltando tra
i caratteri dei personaggi del romanzo al fine di mostrare lo stesso evento da
diversi punti di vista, la Woolf ha in Mrs Dalloway una scrittura filmica
interessante. I personaggi sono infatti presentati direttamente senza una voce
descrittiva autoriale invadente, il narratore onniscente, in una unità di luogo
e di tempo controllata: Londra, un giorno, dalla sera alla mattina.
Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore della Camera dei Lord, è una donna dell'alta società
londinese che, un giorno di giugno a metà degli anni venti, dà una festa. Nello
stesso giorno un uomo, Septimus Warren Smith, un veterano traumatizzato della prima guerra mondiale, che sente i passeri parlare in greco, si suicida.
Quella stessa mattina i due si erano sfiorati camminando per le strade di
Londra ignari l'una dell'altro tra i rintocchi del Big Ben e un aeroplano che scriveva messaggi misteriosi nel cielo.
Conosciamo meglio questi due personaggi.
Clarissa Dalloway, una donna apparentemente superficiale il cui mondo è quello dell'opulenta classe agiata, si sforza costantemente di bilanciare la sua vita
interiore con il mondo esterno, un mondo nel
quale Clarissa ricerca, tuttavia, un significato più profondo dell'esistenza.
Incline all'introspezione, che facilita in lei la capacità di emozionarsi, di
provare empatia, Clarissa è sempre preoccupata di "mantenere
le apparenze" e raramente condivide i suoi sentimenti con qualcuno. Le
chiacchiere, le feste, i convivi, le servono appunto per tenere la sua interiorità,
la sua anima, al sicuro occultandola sotto una superficie scintillante.
Sovrapponendo costantemente passato e presente, Mrs Dalloway esplora il suo passato e accetta il suo
presente, si sforza di conciliarsi con esso quotidianamente, nonostante i
ricordi, nonostante alcune decisioni prese che le hanno plasmato la vita, come
quella, ad esempio, di sposare suo marito anziché Peter Walsh sacrificando la
passione per la sicurezza e la tranquillità.
Septimus Warren Smith è un veterano di guerra; ferito in trincea, non riesce a riprendersi dalla morte dell'amico Evans, si
sente in colpa e si perde all'interno della propria mente. Sottraendosi al
mondo fisico che vede come minaccioso, ingrato, egli si rifugia nell'interiorità, in
una dimensione in cui vede e sente cose che non sono davvero. Giovane poeta e amante
di Shakespeare, Septimus, arruolatosi in guerra spinto da motivi patriottici e idee
romantiche, sente se stesso come non avente valore in una società, quella
inglese appunto, per la quale ha combattuto. Egli si rende conto di essere stato
solo una pedina nelle mani dei potenti, di essere lo spettro dell'uomo che era
e per il quale non prova più amore. Alla prospettiva di finire rinchiuso
in manicomio, il veterano rifiuta il futuro e sceglie la morte con un gesto drammatico e tragico
che in ultima analisi aiuterà Clarissa, che viene a sapere del suicidio durante
la festa, ad accettare le sue scelte e la società in cui vive. Di fronte alla
notizia di un paziente di un suo invitato, il celebre psichiatra Sir William Bradshaw, che si è suicidato lanciandosi da una
finestra, la scintillante e superficiale Mrs Dalloway, che fino a quell'ora si
era preoccupata dei fiori e degli aspetti frivoli della festa, si ritirerà in
una stanza segreta della sua grande casa, come in una cella monacale, e
cercherà di immaginare il perché della scelta tragica di Septimus, che cosa
quell'uomo ha provato lanciandosi e cadendo sulle inferriate del giardino sulle
quali il suo corpo è rimasto infilzato. Incapace di riadattarsi alla vita e
travolto da essa e da quelle persone che la rendono intollerabile, Septimus è
il doppio di Clarissa, il suo alter ego. Come lei sente acutamente la presenza di forze oppressive nella vita, ma al contrario di Clarissa, la cui volontà di resistere prevale, Septimus, che come doppio incarna al contempo l'immagine del contrasto tra la lotta cosciente di un veterano della classe operaia e l'opulenza cieca della classe alto-borghese, sceglie di sfuggirvi.
Del 1997 è la trasposizione cinematografica diretta da Marleen Gorris con Vanessa Redgrave nel ruolo di Clarrissa Dalloway e Rupert Graves nel ruolo di Septimus.
Il trailer in originale su Youtube
Il trailer in originale su Youtube
Il nostro video su Virginia Woolf qui
La città di Londra agli albori del XX secolo e oggi qu
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