Autore: Marguerite Duras
Editore: Feltrinelli
Prezzo: €5.90
anno di Pubblicazione: 1984
Anche lei, quando la nave aveva lanciato il primo addio, quando era stata tolta la passerella e i rimorchiatori avevano cominciato a trainarla, ad allontanarla dalla terra, aveva pianto.
Lo aveva fatto nascondendo le lacrime, perché lui era cinese e non si doveva piangere quel genere di amanti, nascondendo alla madre e al fratellino il suo dolore, senza lasciar trasparire niente, come erano abituati a fare tra di loro.
La grossa automobile era lì, lunga e nera, con l'autista vestito di bianco al volante. Era un po' in disparte dal parcheggio delle Messaggerie Marittime, isolata. L'aveva riconosciuta da questo.
Era lui sul sedile posteriore, quella forma appena visibile, immobile, abbattuta. Lei stava appoggiata al parapetto. Come sul traghetto, la prima volta, sapeva che la stava guardando. Anche lei lo guardava, non lo vedeva più ma continuava a guardare verso la forma dell'automobile nera.
E poi alla fine non l'aveva più vista. Era sparito il porto e poi la terra
L’amante, titolo originale L'Amant, pubblicato in Francia nel 1984 decreta il successo editoriale di Marguerite Duras, pseudonimo di Marguerite Donnadieu. Dopo aver venduto un milione e mezzo di copie in Francia il libro viene tradotto in ventisei lingue divenendo un best seller del mercato editoriale internazionale. Ispirandosi a questo libro nel 1991, il regista Jean-Jacques Annaud realizza un film, poco apprezzato dalla Duras che lo considerò "troppo commerciale", ma ben accolto dal pubblico del grande schermo. Piccolo capolavoro d'intelligenza femminile, tra sincerità e partecipazione morbosa, la storia narrata ne L'Amante, parola carica di ambiguità, destò l’interesse del pubblico affascinato altresì dall'anticipazione in esso contenuta di una trama ricca di aspetti scabrosi e provocanti. Inoltre, il fatto che il romanzo fosse di chiara matrice autobiografica e che in esso l’autrice mettesse in luce dettagli della propria adolescenza soddisfaceva pienamente le attese del pubblico di lettori incuriositi dalla possibilità di conoscere, dell'autrice, gli aspetti più intimi del suo passato. Al centro della narrazione ci sono l’infanzia e l’adolescenza vissute in Indocina, "cuore dell’assurdità del mondo, dove si ammassano congerie di insensatezze, miseria, morte, demenza e vita", che lasciano un segno indelebile nell'animo della Duras. La scrittrice stessa più volte dichiarava: Ho rimosso per anni gran parte di quella vita. Poi, di colpo, con violenza, le cose vissute nell'incoscienza dei dodici anni sono tornate a visitarmi. Ritrovai intatta la miseria, la paura, l’ombra della foresta, il Gange, il Mekong, le tigri e i lebbrosi che mi spaventavano, accalcati sul ciglio della strada a cercare acqua.
In questa Indocina, che a spicchi la Duras dissemina nei suoi romanzi, l'autrice scopre le inquietudine dell'adolescenza, la violenza della sessualità, l'incontentabilità del desiderio. Ed è in quest'epoca che incontra quello che, molti anni più tardi, sarà L'Amante un ricco ventisettenne cinese, incontrato per caso un giorno alla fermata dell'autobus che da scuola la riaccompagnava a casa. Da quel momento, i due vivranno forti passioni, una storia d'amore intensa, carnale, proibita, sia per l'età della protagonista sia per la trasgressione delle convenzioni sociali, fortemente osteggiata dal padre dell'uomo, che aveva già promesso il figlio ad una ricca ereditiera, e sfruttata dalla famiglia della ragazzina per trovare un po' di sollievo alla povertà. Sullo sfondo la miseria, la disperazione, una madre sciagurata che dopo la morte del marito aveva investito tutti i suoi risparmi nell'acquisto di un terreno incoltivabile, periodicamente inondato dal mare e la morbosa predilezione affettiva di questa per il figlio maggiore, Pierre, lussurioso, ladro e bugiardo a discapito di Marguerite e dell'altro figlio più piccolo Paulo.
Marguerite Duras, pseudonimo di Marguerite Donnadieu, nacque nel 1914 a Saigon. Dopo gli anni dell'infanzia e della giovinezza vissuti in Indocina, si trasferì a Parigi. Partecipò alla resistenza: ruppe con il partito comunista nel 1956, fu protagonista del maggio '68. Scrisse la sceneggiatura di "Hiroshima, mon amour".
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