La storia di una piccola parte
della mia giovinezza l’ho già più o meno scritta, insomma l’ho
lasciata intravedere, intendo la parte di cui parlo, quella
dell’attraversamento del fiume. Ora faccio qualcosa di diverso e di uguale.
Prima ho parlato dei periodi limpidi, chiari. Ora parlo dei periodi nascosti
di questa stessa giovinezza, di fatti, di sentimenti, eventi che avevo
dissimulato.
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Nei testi successivi al 1984, anno in cui viene pubblicato L'Amante, opera che si presenta e che vuole essere letta come un testo che dice tutta la verità sulle vicende autobiografiche dell'infanzia dell'autrice, Marguerite Duras,(1914-1996), una delle voci più evocative e ricche della
narrativa femminile francese, ritorna ripetutamente ed esplicitamente sulle vicende della propria infanzia e dell'adolescenza, aggiungendo variazioni, ulteriori dettagli, fino addirittura a riscrivere L'Amante in una nuova versione: L'Amante della Cina del Nord.
Lo fa perché nel maggio 1990 le era giunta notizia della morte del ricco cinese di Sadec, protagonista della storia d’amore autobiografica de L’Amante? o perché ha intenzione di realizzare essa stessa una nuova versione cinematografica de L'Amante avendo chiaramente manifestato il suo non apprezzamento per la versione del regista Jean-Jacques Annaud? o lo fa perché sulle vicende dell'infanzia non aveva detto tutta la verità, e sfida ancora una volta la sua memoria a sottrarre dall'oblio le esperienze vissute?
In mancanza di una risposta certa, è possibile solo avanzare ipotesi e congetture.
Di certo, c'è, che L'Amante della Cina del Nord è scritto in una forma e una struttura che richiama palesemente quella di una sceneggiatura: un uso alternato del linguaggio narrativo e di quello cinematografico; un arricchimento del testo con vere e proprie indicazioni da seguire nell'eventualità di una nuova versione cinematografica del libro; un maggiore risalto alle ambientazioni, la colonia francese d'Indocina; un utilizzo, nella narrazione, della terza persona singolare, che ne L'Amante si alternava senza sosta con la prima creando un gioco di prospettive, che ha scatenato varie interpretazioni da parte degli studiosi dell'opera della Duras. Anonimi sono ancora una volta i protagonisti, chiamati il più delle volte il e elle, e ancora una volta il centro della narrazione è il desiderio, passaporto verso un piacere in cui perdersi, annullarsi fino a morire a se stessi. Il desiderio coincide con l'iniziazione sessuale della protagonista, ed è alla base della storia autobiografica della relazione poco trasparente tra la bambina (elle) e il cinese (il), per certi versi vicina alla prostituzione, che la scrittrice considera ugualmente amore e che tende a presentare sotto una luce quasi romantica. L'amore per il Cinese consente inoltre alla Duras di raccontare quello incestuoso per il "fratellino dell'eternità", suo fratello Paulo, e di affrontare temi come quello della separazione, della solitudine, della miseria , del degrado e della carità.
Insomma un libro da leggere tutto d’un fiato che arricchisce di nuovi particolare la vita e l'opera di Marguerite Duras.
Insomma un libro da leggere tutto d’un fiato che arricchisce di nuovi particolare la vita e l'opera di Marguerite Duras.
Titolo: L'amante della Cina del nord
Autore: Marguerite Duras
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: € 12,39
interessante! l ' amante l ' ho letto dopo aver visto il film e come sempre il libro e' risultato piu' coinvolgentee in parte piu' esplicativo. comunque la ricostruzione cinematografica, se la memoria non mi inganna, mi sembro' abbastanza fedele rispetto al libro. ora mi avete incuriosito e leggero' l' altro. il dubbio e' se rileggere anche il primo e rivedere il film: sono passati cosi' tanti anni! il fascino della lettura lo ritrovo anche in questo: i libri letti sono legati a periodi lontani e circoscritti nel tempo, a luoghi e stati d' animo ormai trascorsi... oriana
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