In quarta di copertina Erri
De Luca scrive: In nome della madre comincia la vita. La storia di una futura
madre che vive sentimenti contrastanti come ogni madre; momenti felici ma anche
di apprensione. Lei è Miriam/Maria ed il figlio che metterà al mondo sarà Gesù. Dalla
mano di uno scrittore ateo “Sono non
credente, ma scrivo di Maria e di Gesù di Nazareth, perché sono un narratore e
distinguo il piano personale da quello di scrittore” ma esperto conoscitore dell’ebraico antico con
cui ha tradotto brani della Bibbia, un grande riconoscimento alla storia d’amore
più conosciuta al mondo.
Incipit
Glielo
dissi il giorno stesso. Non potevo stare una notte con il segreto. Non
trascorrerà il giorno intero sulla rottura della tua alleanza. Eravamo
fidanzati. Nella nostra legge è come essere sposati, anche se non ancora nella
stessa casa. Ed ecco che ero incinta .Il mio Josef, bello e compatto da baciarsi
le dita, si stringeva le braccia contro il corpo, cercava di tenersi fermo,
ripiegato con il mal di pancia. La notizia per lui era come una tromba d’aria
che scoperchiava il tetto. Accusava il colpo nel ventre laddove io sentivo una
spinta dal basso verso l’alto da aver voglia di mettermi a saltare. “Cos’altro
ti ha detto?”, mi chiedeva a prova che gli uomini danno così tanta importanza
alle parole. Per loro sembra che siano l’unica cosa che ha valore, ciò che
conta. Il mio Iosef chiedeva altre parole per difendermi dal villaggio e dalla
legge dei padri che prevedeva nel mio caso il ripudio e la lapidazione, causa
l’adulterio. Mi sforzavo di ricordare qualcosa per consolare il suo dolore e
smarrimento, mi importava di lui mortificato dalla rottura del nostro patto di
unione. Non mi importava delle conseguenze, da un’ora all’altra io non
appartenevo più alla legge. Provavo a ricordare ma mi veniva solo un allegria.
Di fronte alla sua ansia io però restavo qieta e questo sorprese il mio Iosef.
Questa quiete contagiò anche lui, lo rasserenò. Gli ricordai allora che altre
donne d’Israele erano state madri sotto annuncio di un angelo. Sara di Abramo,
poi la madre di Sansone, Anna. Ma loro erano mogli, non promesse spose! Eppure
mio Iosef ci sono state donne nella storia di Israele che avevano avuto ragione
contro la legge. Avevano agito con il loro corpo contro la legge e i
comandamenti ed erano diventate madri di Israele. Tamar la cananea sposa due
figli di Giuda che muoiono entrambi senza discendenza. Giuda loro padre le
promette di consolarla ma non mantiene il patto, allora lei si traveste da
prostituta e lui non riconoscendola giace con lei, lasciando in pegno un
bastone e il laccio del sigillo in cambio di soldi che non aveva. Quando si
sparge la voce che Tamar è incinta, Giuda che è il capo della comunità la
accusa di adulterio. Ma Tamar esibisce i pegni e dice di essere incinta del
proprietario. Giuda allora la riconosce e dice davanti alla comunità le parole
più belle che un uomo piò dire: “È stata più giusta di me”. Tamar ha infranto
la legge perchè aveva il diritto di essere madre. Con la tenerezza del suo
sguardo mi annunciò che mi aveva creduto. Contro ogni evidenza si fidava di me,
si affidava a me. Sulla sua faccia non si era mosso nemmeno un briciolo di
dubbio, di sospetto. Quella stessa notte Iosef sognò. Un angelo che gli
ordinava il necessario; al mattino radunò la sua famiglia e comunicò la sua
decisione: sposava Miriam alla data prevista, anche se era incinta. Non ascoltò
ragioni, di parenti ed amici. Fu uno scandalo. Il villaggio era contro di lui.“Si
è fatto abbindolare dalla chiacchiere di quella lì”, gli dicevano. “Iosef è un
ingenuo”. “Iosef non è un uomo”. “Iosef ha infranto la legge”. Sulla sua testa
grondavano insulti e stava quasi per farsi lapidare al mio posto… Ma più forte
della morte è l’amore e il misterioso progetto di Dio.
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