Alla sua seconda apparizione sugli
schermi cinematografici, Charles Spencer Chaplin (Londra 1889- Corsier-sur-Vevey,
1977) scriveva di sé: Non sapevo a quale
truccatura ricorrere. Il personaggio del giornalista non mi piaceva. Mentre
puntavo al guardaroba, pensai di mettermi un paio di calzoni sformati, due
scarpe troppo grandi, senza dimenticare il bastone la bombetta. Volevo
che tutto fosse in contrasto: i pantaloni larghi e cascanti, la giacca
attillata, il cappello troppo piccolo e le scarpe troppo grandi. Ero incerto se
truccarmi da vecchio o da giovane, poi ricordai che Sennett mi aveva creduto un
uomo assai più maturo e così aggiunsi i baffetti che, argomentai, mi avrebbero
invecchiato senza nascondere la mia espressione.
Non avevo la minima idea del personaggio. Ma come fui vestito, il
costume e la truccatura mi fecero capire che tipo era. Cominciai a conoscerlo,
e quando m’incamminai verso l’enorme pedana di legno esso era già venuto al
mondo. Invenzioni comiche e trovate spiritose mi turbinavano incessantemente
nel cervello. Quando mi trovai al cospetto di Sennett assunsi l’identità del
nuovo personaggio e comincia a passeggiare su e giù, tutto impettito,
dondolando il bastoncino, passando e ripassando davanti a lui.
In breve tempo il personaggio da
lui creato, il vagabondo Charlot, divenne una star del cinema. Il monello
(1921), La febbre dell’oro (1925) Luci della città (1931) e Tempi moderni
(1936) ne fecero un protagonista indiscusso del XX secolo. Il 2014 segna il 100 ° anniversario della iconico
vagabondo : nel 1914 veniva infatti proiettato un corto, una comica in cui
faceva la sua prima apparizione nelle vesti di un bizzarro, ingombrante e petulante
spettatore che impediva ad un cineoperatore di filmare una corsa di ragazzini
su automobili giocattolo.
Con Charlot, il comico assurgeva per la prima volta a dimensioni colossali.
Il video di Youtube per il modello qui di seguito.
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