Titolo: L'amica geniale
Autore: Elena Ferrante
Casa Editrice: Edizioni EO
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: € 18,00
E-book: e11,99 Kindle: €4,99
Autore: Elena Ferrante
Casa Editrice: Edizioni EO
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: € 18,00
E-book: e11,99 Kindle: €4,99
Ci troviamo a Napoli, nel secondo dopoguerra, in un quartiere di periferia, lontano dal mare e dal Vesuvio, le palazzine
traboccano di falegnami, scarpari, verdurai e angosce quotidiane. Ma nell’aria
appiccicosa e soffocante delle violenze familiari e della povertà, si accendono
due scintille di nome Elena e Raffaella che per il piccolo mondo in cui vivono
saranno Lenù e Lila. Parte da queste due donne “l’amica geniale” è punta sull’amicizia
tra due bambine, che manterranno vivo il sentimento fino all’età matura,
malgrado i contrasti e le contraddizioni che incontreranno durante tutta la
loro crescita.
Sullo sfondo la nascita della camorra, quasi mai
chiamata per nome, la pacificazione fasulla del dopoguerra quando nessuno più
voleva parlare di fascisti e resistenza e nessuno riusciva davvero a
dimenticare, il boom economico dagli ambivalenti risvolti. Il finale del tutto aperto lascia
il pubblico, dopo tanto cammino, ad un bivio senza una direzione, implicando
inevitabilmente la lettura del secondo volume per trovare la via.
Incipit.
"La
volta che Lila e io decidemmo di salire per le scale buie che portavano,
gradino dietro gradino, rampa dietro rampa, fino alla porta dell’appartamento
di don Achille, cominciò la nostra amicizia.
Mi ricordo la luce violacea del cortile, gli odori di una serata tiepida di primavera. Le mamme stavano preparando la cena, era ora di rientrare, ma noi ci attardavamo sottoponendoci per sfida, senza mai rivolgerci la parola, a prove di coraggio. Da qualche tempo, dentro e fuori scuola, non facevamo che quello. Lila infilava la mano e tutto il braccio nella bocca nera di un tombino, e io lo facevo subito dopo a mia volta, col batticuore, sperando che gli scarafaggi non mi corressero super la pelle e i topi non mi mordessero. Lila s’arrampicava fino alla finestra a pianterreno della signora Spagnuolo, s’appendeva alla sbarra di ferro dove passava il filo per stendere i panni, si dondolava, quindi si lasciava andare giù sul marciapiede, e io lo facevo subito dopo a mia volta, pur temendo di cadere e farmi male.Lila s'infilava sottopelle la rugginosa spilla francese che aveva trovato per strada non so quando ma che conservava in tasca come il ragalo di una fata; e io osservavo la punta di metallo che le scavava un tunnel biancastro nel palmo, e poi, quando lei l'estraeva e me la tendeva, facevo lo stesso. A un certo punto mi lanciò uno sguardo dei suoi, fermo, con gli ochhi stretti, e si diresse verso la palazzina dove abitava don Achille. Mi gelai di paura. Don Achille era l'orco delle favole, avevo il divieto assoluto di avvicinarlo, parlargli, guardarlo, spiarlo, bisognava fare come se non esistessero nè lui nè la sua famiglia."
Mi ricordo la luce violacea del cortile, gli odori di una serata tiepida di primavera. Le mamme stavano preparando la cena, era ora di rientrare, ma noi ci attardavamo sottoponendoci per sfida, senza mai rivolgerci la parola, a prove di coraggio. Da qualche tempo, dentro e fuori scuola, non facevamo che quello. Lila infilava la mano e tutto il braccio nella bocca nera di un tombino, e io lo facevo subito dopo a mia volta, col batticuore, sperando che gli scarafaggi non mi corressero super la pelle e i topi non mi mordessero. Lila s’arrampicava fino alla finestra a pianterreno della signora Spagnuolo, s’appendeva alla sbarra di ferro dove passava il filo per stendere i panni, si dondolava, quindi si lasciava andare giù sul marciapiede, e io lo facevo subito dopo a mia volta, pur temendo di cadere e farmi male.Lila s'infilava sottopelle la rugginosa spilla francese che aveva trovato per strada non so quando ma che conservava in tasca come il ragalo di una fata; e io osservavo la punta di metallo che le scavava un tunnel biancastro nel palmo, e poi, quando lei l'estraeva e me la tendeva, facevo lo stesso. A un certo punto mi lanciò uno sguardo dei suoi, fermo, con gli ochhi stretti, e si diresse verso la palazzina dove abitava don Achille. Mi gelai di paura. Don Achille era l'orco delle favole, avevo il divieto assoluto di avvicinarlo, parlargli, guardarlo, spiarlo, bisognava fare come se non esistessero nè lui nè la sua famiglia."
Elena
Ferrante (1943) autrice di alcuni tra i più bei romanzi della nostra
letteratura recente, come L'amore molesto, I giorni dell'abbandono, e di un
vero capolavoro, la trilogia che ha per protagoniste Elena e Lila, è lo pseudonimo
di una scrittrice o scrittore c'è infatti chi crede che dietro la sua penna
possa nascondersi addirittura un uomo. Di lei si sa solo che sarebbe nata a Napoli,
città che avrebbe abbandonato presto per vivere all’estero, in Grecia.
Commenti
Posta un commento