Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Autore: Peter Cameron
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: €10,00 (-15% €8,50)
Questo credo sia stato il libro che per più tempo è stato nella mia wishlist su anobii perché lo volevo da quando per caso vidi su youtube il trailer disegnato del film. Da quel momento in poi ho raccolto informazioni sulla trasposizione cinematografica e solo successivamente è nata la voglia di leggere il libro. Era il 2012, ma a marzo 2014 ho letto il libro... Wow grande storia. Bene e dopo questa premessa "entusiasmante", parliamo del libro. Io l'ho trovato bellissimo dall'inizio alla fine. "Giovedì 24 luglio 2003
Gillian, mia sorella, ha deciso di pronunciare il suo nome con la g dura lo stesso giorno in cui mia madre è tornata dalla luna di miele in anticipo e da sola. Le due cose non mi hanno stupito." Il libro è narrato in prima persona sotto forma quasi di diario, che va dal 24 al 30 luglio per poi avere un'unica pausa e finire ad ottobre, inoltre vi sono altre pagine di diario che risalgono ad aprile dello stesso anno, perché siamo guidati da James Sveck, il protagonista, tra i suoi ricordi che spuntano fuori dalle sue sedute psicoanalitiche. Si perché il ragazzo è visto dai suoi genitori, anche sua sorella come un disadattato, quindi preoccupati perché incapaci di aiutarlo. Sua madre e suo padre sono divorziati, la madre si è risposato due volte ed entrambi i matrimoni sono finiti in divorzio, suo padre che vuole farsi un intervento chirurgico per non vedersi invecchiato e sua sorella frequenta il suo insegnante di università sposato e sta già scrivendo le sue memorie...
James ha 18 anni, ama leggere è molto intelligente tanto da partecipare ad un seminario a Washington.
"Aprile 2003
Sono andato a Washington per partecipare a una specie di seminario che si chiama La Classe d'America. Selezionano due studenti per Stato e li spediscono nella capitale per una settimana. Nel mio liceo, tutti gli allievi dell'ultimo anno hanno dovuto scrivere un tema su qualche aspetto del governo o della politica, e per essere sicuro di venire scartato ho scritto una sbrodolata sul fatto che le donne sanno governare meglio degli uomini perché sono più altruiste, mentre gli uomini- o almeno quelli assetati di potere- sanno pensare solo a se stessi: alla loro ricchezza, al loro potere, o al loro pisello. Comunque sia, anche se lo penso davvero, il mio tema era stupido, e và a sapere perché sono stato scelto. Io non ci volevo andare; l'iniziativa era apolitica, ma era stata organizzata dalle Figlie della Rivoluzione Americana, e non poteva che essere pessima. Io sono anarchico, odio la politica e la religione. Sono anche ateo."
Parlando con la psicologa sappiamo che, durante il seminario, James decide di scomparire per soli due giorni.
"-Due giorni sono tanti quando qualcuno scompare-. - Ma io non ero scomparso, sapevo benissimo dov'ero-. -E pensi che questo risolvesse la situazione?-. -Senta, "non scomparso" vuol dire "trovato"-. -E ti hanno trovato?-. -Alla fine, si. Anzi, non mi hanno trovato, sono ricomparso-. - Dove eri stato?-. - A Washington, quasi sempre alla National Gallery. Ho dormito due notti in un albergo-. - Quindi avevi abbandonato il seminario?-. - Si-. - Perché?-. - Pensavo che se continuavo a stare lì mi sarei suicidato-. - Perché? Cosa c'era di tanto brutto da farti pensare a una cosa del genere?-. - Gliel'ho detto. Non è stata una cosa sola, o due, o venti. Sono state un milione. Tutto. Ogni momento era una sofferenza. Ho odiato ogni momento -. Lei non parlava. Teneva le mani nel suo modo preferito, le dita tese, le punte congiunte, aspettando pazientemente che continuassi."
James non sa se andare al college, o andare a vivere in una casa vecchia e lavorare in un MacDonald. Il ragazzo non vuole esprimere i suoi pensieri a parole perché non vuole perdano la loro importanza; non ama parlare se non con John, collega di lavora nella galleria d'arte della madre di James, o con sua nonna Nanette e non si è mai innamorato. Questo libro non ha una vera e propria trama è più un osservare le azioni del personaggio principale e ritrovarsi in molti dei suoi atteggiamenti o pensieri. Insieme a lui si compie un brevissimo viaggio. James è un protagonista dinamico che agisce anche di impulso, che fa battute sarcastiche che nessuno oltre a lui e il lettore capisce e che inevitabilmente inducono chi legge al riso. James Sveck mi sta particolarmente a cuore, perché molto simile a me in molti aspetti. E per concludere vi lascio con un pensiero che definisce cosa voglia dire essere giovani spesso incuranti di tutto il resto.
"Ho diciotto anni. Come faccio a sapere cosa vorrò nella vita? Come faccio a sapere cosa mi servirà?"
Il film è stato girato nel 2011 dal regista italiano Roberto Faenza.
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