"Due creature umane possono accostarsi, parlare tra loro ed
essere vicinissime, ma le loro anime sono come fiori, radicate ciascuna nel
proprio terreno, e nessuna è in grado di spostarsi verso l’altra perché
dovrebbe abbandonare la sua radice e non può. I fiori emanano il profumo e il seme perché vorrebbero accostarsi tra loro, ma
il fiore non può nulla perché
il seme arrivi al punto giusto: lo fa il vento che viene e va come e dove vuole".
Karl Eberhard Knulp, il personaggio immaginario nato dalla penna di Hermann Hesse, è nella primavera della vita un uomo di una bellezza infantile, un viso spensierato e una bocca rosso vivo, che non riesce a trovate per se stesso un posto nella società ordinaria. Educato, piacevole, sensibile, affascinante, malizioso e intelligente, è un abile oratore che suona l'armonica, il violino e compone. Viaggiatore, barbone, intrattenitore, grande
socializzatore, Knulp è un amabile vagabondo, che pur essendo compassionevole verso chi lo circonda, trova sempre il modo giusto per farsi nutrire e ospitare. Outsider per scelta e circostanza, dopo aver abbandonato la moglie e il figlio di due anni, si muove di città in città per la Germania meridionale senza una
direzione specifica discutendo con gli amici che incontra nel suo cammino su
temi come l’amore, la vita, l’amicizia. Ma la sua vita di nomade, nella libertà, voltando le spalle alla sedentarietà, ai vincoli e alle convenzioni sociali della vita borghese, mai pronto a impegnarsi, mai saturo della pienezza del mondo, è una
lotta alla ricerca di identità e di comprensione di sé. E mentre va sempre avanti, combattuto tra il desiderio di una vita significativa con un impegno con persone e luoghi e il rifiuto fare scelte che lo radicano, il Knulp di mezza età, destinato a vagare, ad alzarsi e partire ancora e ancora, non a mettere radici ovunque, nell'estate che già prelude l'oscurità dell'invecchiamento, vive nella preoccupante realtà delle decisioni precedentemente prese. Malato e in fin
di vita, mentre sputa sangue e ha la febbre, nel tardo autunno, giace morente in una tempesta di neve e comincia una discussione con Dio reo, a suo dire, di non avergli permesso di realizzare nulla di importante nella vita. Convinto che avrebbe potuto fare
qualcosa di diverso, Knulp si sente inutile, cerca un senso al suo esistere, ma non
lo trova e si rammarica per la vita sprecata. Dio gli risponde che c’era un significato in
tutti i bei momenti e che vagando ha portato la gioia a molte persone, ha dato
loro speranza e nostalgia per la libertà. In questo modo, la battaglia di Knulp per trovare un significato nella vita si
risolve nell'aver vissuto una vita di libertà e nell'aver fatto in modo che altre persone potessero
vivere assaporando la gioia del vagabondare per mezzo di lui. In questa risoluzione finale, Knulp, un vero erede dell'antico ed eterno viandante dio Dioniso, è in grado di passare a morte in pace e
soddisfazione.
In Knulp, Hermann Hesse filosofeggia, mostra la sua capacità di osservazione, riflette su gli alti e bassi dell'esistenza umana, sulla solitudine, sulla responsabilità individuale delle scelte, sul coraggio di "non seguire la strada battuta da molti, ma arare con decisione il proprio solco" e sulla morte che "succede a tutti senza che debbano far niente". Nell'era della tecnica e del tempo accelerato in cui il viaggio è sempre più uno stato di emergenza per gli uomini che hanno fretta, un lusso così agli antipodi dal romanticismo degli erranti, dalla Wanderung, dalla cultura della lentezza, dal distacco e dalla resistenza all'imperativo sociale della velocità e dei consumi, Knulp esorta ognuno a viaggiare secondo il proprio ritmo e le esigenze del proprio corpo, evocando al contempo lo sforzo lento, prolungato e doloroso del cammino verso se stessi senza continui sguardi a ciò che si abbandona.
Hermann Hesse (2 luglio 1877 - 9 agosto 1962)
Hermann Hesse era un poeta tedesco-svizzero, scrittore e
pittore. Nel 1946, ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura. Le sue
opere più note sono Il lupo della steppa, Siddhartha, Il giuoco delle perle di vetro, ognuna delle quali esplora la ricerca dell' individuo
di autenticità, la conoscenza di sé e la spiritualità.
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