La “Selfie-Syndrome” è un disturbo che colpisce le persone eccessivamente preoccupate della propria immagine digitale sui social.
L’Oxford Dictionaries Online dopo aver inserito la parola selfie nel suo vocabolario l’ha così definita: “una fotografia che viene scattata a sé stesso, in genere con uno smartphone o una webcam e che viene caricata su un social media”. Una volta venivano chiamati autoscatti oggi si chiamano selfie, ma con una sottile e non piccola differenza ossia la possibilità immediata di rappresentare e condividere l’immagine. Ormai è diventata una moda che sta contagiando praticamente tutti. E’ difficile incontrare qualcuno che non si sia mai “auto-scattato” una foto in un contesto particolare o con qualche amico per immortalare un istante unico. Così, anche sul popolare sociale network Facebook si vedono sempre più selfie. Prima si fotografava il mondo, oggi il mondo è diventato lo sfondo sul quale fotografarsi. Ma cosa spinge la maggior parte delle persone ad “auto-scattarsi”? Prima di tutto il grande bisogno delle persone di far conoscere al mondo "virtuale" quello che si sta facendo, di dire a tutti "eccomi e questo è quello che sto facendo". Ma il condividere con “l’altro” senza un vero e proprio contatto diretto con l'altro porta progressivamente ad un distacco emotivo dalle persone. Si vive una forma di narcisismo mascherato nello specchio del web che serve solo a comunicare stati d'animo o caratteristiche del proprio essere molto spesso irreali e avvolte da un alone di fantasia, senza un contatto diretto, e senza tutte le difficoltà che comporterebbe una comunicazione faccia a faccia. Dunque i social network diventano il palcoscenico ideale sul quale il narcisista dà libero sfogo alla sua grandiosa personalità mostrando l’immagine perfetta di sé che virtualmente risulta impossibile da smentire. Il grande bisogno di conferma della propria immagine permette dunque al narcisista di ottenere quella “notorietà”, quell’esposizione mediatica e quella raccolta di ammirazione ed approvazione che rappresentano una fonte fondamentale di rassicurazione e gratificazione per alimentare la sua bassa autostima. Ma il fatto di postare liberamente foto, immagini non ci rende necessariamente dei narcisisti bisognosi di ammirazione e consenso. Forse tanta riflessione potrebbe anche rivelarsi inutile se li consideriamo come una moda del momento o come una fotografia del nostro tempo; occorre essere consapevoli dell’uso che se ne fa, avere più percezione di quello che ci circonda magari cercando un' immagine che riesca a colpire la sensibilità e aprire la porta all’emozione e al ricordo.
L’Oxford Dictionaries Online dopo aver inserito la parola selfie nel suo vocabolario l’ha così definita: “una fotografia che viene scattata a sé stesso, in genere con uno smartphone o una webcam e che viene caricata su un social media”. Una volta venivano chiamati autoscatti oggi si chiamano selfie, ma con una sottile e non piccola differenza ossia la possibilità immediata di rappresentare e condividere l’immagine. Ormai è diventata una moda che sta contagiando praticamente tutti. E’ difficile incontrare qualcuno che non si sia mai “auto-scattato” una foto in un contesto particolare o con qualche amico per immortalare un istante unico. Così, anche sul popolare sociale network Facebook si vedono sempre più selfie. Prima si fotografava il mondo, oggi il mondo è diventato lo sfondo sul quale fotografarsi. Ma cosa spinge la maggior parte delle persone ad “auto-scattarsi”? Prima di tutto il grande bisogno delle persone di far conoscere al mondo "virtuale" quello che si sta facendo, di dire a tutti "eccomi e questo è quello che sto facendo". Ma il condividere con “l’altro” senza un vero e proprio contatto diretto con l'altro porta progressivamente ad un distacco emotivo dalle persone. Si vive una forma di narcisismo mascherato nello specchio del web che serve solo a comunicare stati d'animo o caratteristiche del proprio essere molto spesso irreali e avvolte da un alone di fantasia, senza un contatto diretto, e senza tutte le difficoltà che comporterebbe una comunicazione faccia a faccia. Dunque i social network diventano il palcoscenico ideale sul quale il narcisista dà libero sfogo alla sua grandiosa personalità mostrando l’immagine perfetta di sé che virtualmente risulta impossibile da smentire. Il grande bisogno di conferma della propria immagine permette dunque al narcisista di ottenere quella “notorietà”, quell’esposizione mediatica e quella raccolta di ammirazione ed approvazione che rappresentano una fonte fondamentale di rassicurazione e gratificazione per alimentare la sua bassa autostima. Ma il fatto di postare liberamente foto, immagini non ci rende necessariamente dei narcisisti bisognosi di ammirazione e consenso. Forse tanta riflessione potrebbe anche rivelarsi inutile se li consideriamo come una moda del momento o come una fotografia del nostro tempo; occorre essere consapevoli dell’uso che se ne fa, avere più percezione di quello che ci circonda magari cercando un' immagine che riesca a colpire la sensibilità e aprire la porta all’emozione e al ricordo.
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