Passa ai contenuti principali

INTERVISTA A CRISTINA CABONI

 


Benvenuta sul L'Isolachenonc'è Cristina e grazie per la disponibilità.

Grazie a voi!

 

Parliamo de Il sentiero dei profumi, il tuo romanzo d'esordio. 



A ottobre 2013, prima ancora di uscire in Italia, i diritti del tuo romanzo vengono acquistati in tutta Europa, evento forse più unico che raro. Ti saresti mai aspettata di diventare un ''fenomeno editoriale'' ancor prima della pubblicazione?

Onestamente no. Avevo sognato che avesse successo, ma non immaginavo tanto. Negli stati uniti ad esempio è stato acquistato dalla Berkley Penguin. Ecco io sono la prima scrittrice italiana che loro hanno scelto di pubblicare. Questo per me è sbalorditivo.   

 

Ne Il sentiero dei profumi ambienti la storia tra Parigi, Provenza e Firenze, luoghi ''profumieri'' per eccellenza, ma non luoghi dove la coltivazione di rose è intrinseca. Come mai la scelta di questi luoghi anzichè la Bulgaria o comunque l'est Europa, dove si coltivano le rose più belle e le essenze più profumate del mondo?

Elena è una profumiera, crea profumi capaci di arrivare al cuore delle persone. La prima volta che l’ho vista era bambina, e non voleva ascoltare la nonna che cercava di insegnarle a sentire il profumo. Ma lei lo sentiva già. Lo sentiva talmente tanto da averne quasi timore. Quel luogo era Firenze. Parigi è venuto dopo. Sono luoghi che mi hanno indicato i personaggi del romanzo, e io non ho mai avuto dubbi che fosse la strada giusta da percorrere.   

Elena e Cail, due personaggi con un passato importante alle spalle, due opposti ma simili. Esistono nella realtà o sono frutto di un'idealizzazione del personaggio ad hoc per la storia?

Entrambi sono nati dalla mia immaginazione. Anni prima avevo scritto un racconto che ne delineava le personalità a grandi righe, e nel tempo loro sono rimasti dentro di me. Così quando ho iniziato la stesura del romanzo si sono ripresentati. Ed è stato come ritrovare dei vecchi amici. 

Come sottofondo per gravidanza di Elena hai scelto una colonna sonora classica, rifacendoti ad Einaudi con Nuvole bianche (melodia che rende perfettamente l'idea delle emozioni provate da Elena ), quali sono i tuoi gusti musicali?

Quando scrivo ho bisogno di sentire la musica. È come una porta sulla mia anima, con essa le emozioni si dipanano affluendo nelle parole, e mi sento felice e capace. Ascolto di tutto, il pianoforte di Einaudi, il violino di Ashram, il rock melodico degli Apocaliptica e degli Epica. Adoro le soundtrack di molti film. E le utilizzo in play list che poi ascolto a seconda dell’umore o della scena che devo scrivere.

In altre interviste hai accennato al fatto che Monique avrebbe ancora tanto da raccontare da New York: progetti per uno spin off con apparizione di Elena e magari anche Aurore?

È possibile, dipende un po’ da loro. Se mi racconteranno qualcosa di entusiasmante scriverò un seguito. La profumeria è un’arte così vasta che ha tanti aspetti affascinanti. Ma entrambe Monique e Marie Aurore devono convincermi, e la storia deve emozionarmi. 

A proposito di Aurore, come nasce lo stravagante personaggio dall'anima in subbuglio ma dolce e creativa? E' una sorta di ''fantasma'' del passato di Elena adolescente?

Maria Aurore esiste, mi sono ispirata a una ragazzina che conosco, e che con le sue dolci contraddizioni mi ha toccato il cuore. Quando si è giovani tutto è intenso, e i sogni sono tanti. 

Dopo il successo de Il sentiero e La custode del miele e delle api hai altri sentieri da farci esplorare nel prossimo futuro?

Sto lavorando a un nuovo romanzo. Grandi passioni, e molti uomini. Un passato travolgente, e un futuro tutto da decidere.

Ringraziandoti ancora per la tua cortesia e simpatia attendiamo novità.

Grazie, un abbraccio a tutti. 

Buona giornata, Tania, Antonietta, Rosanna

Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo