L’essere
umano ha predisposizione innata ad imitare. Tale disposizione è
iscritta nel nostro cervello e senza questa capacità gli esseri umani non riuscirebbero a interagire gli uni
con gli altri, né tanto meno a creare forme di convivenza sociale.
Esiste una spiegazione neurofisiologica a
questo normale processo lontana da quelle interpretazione secondo le quali capiamo gli altri perché ci
immaginiamo nella loro situazione e dunque empaticamente ‘simuliamo’ quello che
faremmo se davvero fossimo in quella situazione. Nella
corteccia premotoria ci sono i neuroni specchio che si attivano quando
osserviamo i movimenti, i giochi, la mimica, i gesti di un’altra persona, ma
anche quando la ascoltiamo parlare. Sembrerebbe che il "sistema
specchio" entri in azione quando il soggetto osserva un
comportamento che egli stesso ha posto in atto in precedenza. Ad esempio, si è
visto che in un danzatore classico i neuroni specchio si attivano
esclusivamente di fronte a una esibizione di danza classica, e non di fronte al
ballo moderno, e viceversa. Questo gruppo di neuroni fa da ponte tra l’osservatore
e la persona (o la scena) osservata. Il meccanismo dei mirror neurons (studiati da Rizzolatti, Fogassi e Gallese) è
talmente efficace che questi neuroni non si attivano soltanto quando osserviamo
il movimento compiuto da un’altra persona ma entrano in gioco anche quando
vediamo, per esempio in tv o sul pc un braccio virtuale che compie un
determinato movimento, un attore che recita. In tutti questi casi, i segnali
visivi vengono inviati dagli occhi alla corteccia premotoria la quale reagirsce attivando i neuroni che anticipano un'azione che non necessariamente
si verificherà. Non bisogna stupirci, allora, se dopo aver visto un programma
televisivo i bambini imitano i movimenti dei personaggi.
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