Passa ai contenuti principali

I precursori occulti




La manipolazione della mente ha una storia molto antica. I sofisti greci riuscivano a dimostrare tutto e il contrario di tutto attraverso uno scaltro e sapiente uso della retorica, che Platone bollava come immorale. Già Platone spiegava infatti come ci fossero due tipi di discorsi: quelli che avevano come obiettivo la conoscenza e una comunicazione autentica e quelli che invece, usati ad arte, miravano a ottenere un beneficio esteriore. I primi rispettavano l’interlocutore, la sua autonomia e libertà, i secondi invece cercavano di convincerlo con sofismi, trucchi e menzogne ben congegniate. Secondo il filosofo ateniese, discepolo di Socrate, le parole dovevano servire per  progredire sul cammino della conoscenza non per imporre, con una dialettica ingannevole, il proprio punto di vista a coloro che non possedevano in egual misura la capacità di giocare con le parole. Il fatto è che all'epoca di Platone i filosofi consideravano la sofistica una pratica reprensibile, tant'è che, per mettere in guardia i loro contemporanei dalle trappole del linguaggio, avevano analizzato e classificato i paralogismi più diversi, fornendo in tal modo ai loro discepoli e lettori i mezzi per riconoscere e rifiutare i ragionamenti apparentemente corretti ma sostanzialmente falsi e ingannevoli.  Oggi  nell'era della comunicazione di massa come riusciamo a salvaguardarci dai persuasori occulti e soprattutto chi sono questi persuasori?
La dottoressa Anna Oliviero Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, e  dirigente della rivista degli psicologi italiani “Psicologia Contemporanea”, definisce persuasori occulti tutti  coloro che cercano in qualche modo di influenzare le persone, i loro comportamenti e le loro scelte, e di manipolare il loro pensiero e le loro emozioni, in maniera non trasparente. Mentre il comunicatore onesto può, se interrogato, riconoscere di avere preparato il suo intervento con l’obiettivo di essere convincente, colui che manipola è invece restio a rivelare la propria strategia; contraddirebbe il suo intento se rivelasse che: “per convincerti ho accostato concetti che non hanno alcun nesso tra loro e attraverso un uso sapiente delle immagini e dei suoni ho suscitato in te delle emozioni al solo scopo di farti accettare la mia proposta”. 
Gli individui possono essere facilmente suggestionabili se si fa leva sui propri desideri ed emozioni. In una pubblicazione del 1974 la psicanalista Hilde Bruch riportava il caso di una giovane anoressica di diciotto anni che arrivava a soddisfare il proprio appetito guardando solamente gli altri mangiare, come se si mettesse direttamente al loro posto. Si sentiva sazia osservando gli altri. In realtà la paziente della psicanalista altro non faceva che portare all'estremo limite la propensione ad imitare i propri simili che, insita in ognuno di noi, serve a creare coesione sociale, ma che oggi, grazie all'impatto che le immagini riescono d esercitare sul nostro cervello, può portare alla cosiddetta persuasione incosciente. La pubblicità, che ogni giorno vediamo in televisione, agisce sulla nostra parte inconscia dunque noi siamo consci soltanto di una minima parte di quello che viene trasmesso nelle promozioni televisive, negli inserti pubblicitari, perché l'impostazione del messaggio è architettata in modo tale che lo spettatore televisivo la assorba passivamente. 
Vance Packard nel suo saggio sul potere manipolatorio della pubblicità svelava i trucchi psicologici e le tattiche usate dal marketing per manipolare le nostre menti e convincerci a comprare. Nel suo saggio Packard fa riferimento alle scoperte di Ivan Pavlov, ovvero al riflesso condizionato, secondo cui ad uno stimolo esterno corrisponde un' inconscia reazione interna dell' individuo, ma precisa che la nostra psiche, il nostro cervello assimila tutto ciò che percepisce, di conseguenza noi siamo coscienti solo di un' infinitesima parte di ciò che vediamo, sentiamo e odoriamo. Se l' individuo si trova in una situazione di forte stress o stanchezza psichica, allora il suo inconscio è maggiormente suggestionabili. 
Per esempio, se la sera guardiamo la televisione, al termine di una debilitante giornata lavorativa, allora possiamo stare certi che tutte le informazioni comunicative delle pubblicità influenzeranno la nostra psiche, quindi le nostre scelte future sui prodotti. Gli esempi di manipolazione psicologica sono innumerevoli.  Le chewing gum, per esempio, sfruttano il nostro innato desiderio di uno stimolo orale, infatti la bocca è una zona erogena e le gomme da masticare ben si prestano a sollecitare i bisogni inibiti inerenti alla cosiddetta fase orale, come la definisce Freud. 
Gli esperti del marketing hanno la capacità subdola di scansionare i nostri cervelli e mettono in luce le paure più nascoste, i sogni, i desideri; "ripercorrono le orme che lasciamo ogni volta che usiamo una tessera fedeltà o la carta di credito al supermercato". Dunque possiamo concludere che la televisione, in quanto strumento principe della manipolazione, meno la si guarda meno condiziona, soprattutto per i bambini. Ricordiamo di evitare, ovviamente, di fare la spesa durante gli orari di pranzo e cena, perché lo stimolo della fame incentiva acquisti compulsivi, ma soprattutto dopo una giornata particolarmente stressante evitate di guardare pubblicità perché si rischia di essere maggiormente  più influenzabili rispetto ad altri periodi della giornata





Bibliografia:Oliviero Ferraris, "chi manipola la tua mente?" ; Vance Packard "i persuasori occulti".


Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo