"I bambini erano accolti, all'epoca dei Tudors, nella società non in quanto tali, ma come
potenziali adulti e in questa luce tutto era compiuto affinché diventassero
grandi prima del tempo.
Obbedienza servile ai genitori, precoce serietà, modestia e
compassato decoro:questi erano i tratti distintivi di un bambino ammodo. Padri
e madri erano trattati con una devozione analoga alla riverenza religiosa.
Soltanto Dio e i genitori, si insegnava ai figli, andavano supplicati su
entrambe le ginocchia; uno era sufficiente per chiunque altro. Molto presto, i
bambini imparavano a genuflettersi al mattino e alla sera e a dire: «Padre,
imploro la tua caritatevole benedizione». Il genitore, sollevandogli le mani
giunte, pronunciava la formula di rito: «Dio ti benedica, figliolo» oppure «Dio
ti protegga e ti conduca sulla strada del bene». Un manuale per genitori edito
nel decennio 1530-40 raccomandava che i figli «duri di cuore», restii a
sottomettersi a questo rituale filiale fossero «battuti con una verga» sino a
ridurli all’obbedienza...
Una delle più importanti figure dell'umanesimo europeo fu
Erasmo da Rotterdam (1467-1526). Il suo
prontuario per fanciulli però ha molto di "bestiario". Il grande umanista Erasmo
prescriveva con dovizia di particolari un opportuno controllo del corpo. Le
braccia, come le ali degli uccelli, non dovevano dondolare oziose, ma trovare
qualche utile occupazione cui attendere, magari l’esercizio dell’inchino «alla
maniera inglese », piegando per primo il ginocchio destro e poi il sinistro.
Quando si stava in piedi o seduti, le gambe dovevano restare unite: non come in
Italia soggiungeva l’autore, dove tutti stavano su una gamba sola come le
cicogne. E nel camminare, il bambino doveva mantenere un’andatura grave e
decorosa, non troppo veloce da perdere di dignità, né troppo lenta da suggerire
indolenza. Nel discorso, doveva esprimersi con termini concisi che andassero
dritto al punto, pronunciando ogni parola «con grazia». Il baby talk, al pari di
ogni altro tratto caratteristico dell’infanzia, veniva eliminato appena
possibile e e i più piccini dovevano imparare a memoria massime «pie, solenni e
fruttuose». Il silenzio era preferibile alla parola nei primi anni d’età, ma se
un adulto si rivolgeva a un bambino, questi era tenuto a rispondere nella
maniera più appropriata, parlando, come spiegava Erasmo, di Dio ai preti, della
salute ai dottori e del disegno ai pittori. Il riso, insegnava Erasmo, era
segno di sconsideratezza o malvagità d’animo o, nei casi estremi, di pura
follia. Molte espressioni facciali andavano evitate..."
Tratto da Elisabetta I, di Carolly Erickson.
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