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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Etty Hillesum

Rompendo un silenzio durato decenni, i diari e le lettere di Etty Hillesum, giovane ebrea olandese,  raccontano di passioni erotiche, spirituali, intellettuali che convergono, nel buio della Seconda Guerra Mondiale, in una celebrazione della vita, in una chiara filosofia di amore verso Dio e l'umanità. Etty (Esther) Hillesum nasce in Olanda da una famiglia ebrea "liberale", cioè non praticante. Ad Amsterdam si laurea in legge e comincia a studiare lingue slave e a dare lezioni di russo, lingua di sua madre. Nel 1941, mentre vive ad Amsterdam, all'età di 27 anni, per mettere ordine nel proprio   caos  interiore, inizia a tenere un diario, una pratica che  continua fino alla fine della sua vita.  Contemporaneamente si rivolge a Julius Spier, allievo di Jung e  fondatore della psicochirologia, scienza che studia la persona analizzandone le mani. Nel luglio 2942 l'Olanda è interamente occupata dai nazisti, sono in vigore le leggi razziali e gli  inizia il concentr

Senryu

l senryū è un genere di poesia giapponese le cui origini sono legate al gioco e concorso poetico chiamato maekuzuke (letteralmente “aggiungere al verso precedente”). In questo gioco, 14 sillabe o morae, suddivise in due segmenti fonetici di 7 e 7, costituivano il maeku (verso che precede) a cui bisognava legare un componimento di 5, 7 e 5 sillabe in modo da creare un’opera coerente spesso incentrata sulla vita quotidiana degli uomini e sulla società. Ufficialmente il senryū nacque nel 1757, in un periodo di grande importanza nella storia del Giappone dopo anni di disordini civili: l’epoca di Edo. Si trattò di un tempo di stabilità politica e crescita economica sotto lo shogunato di Tokugawa, e caratterizzato dalla crescente influenza culturale esercitata da samurai e cittadini. In quel tempo, l’adozione di una politica di isolamento nazionale, che favorì particolarmente la borghesia, determinò l’esplosione dell’attività creativa e la nascita di forme artistiche e letterarie in cu

La strage di Piazza Fontana

La strage di Piazza Fontana, le vicende che ne seguirono, la reticenza delle istituzioni a dare un nome ai veri i colpevoli a favore di una cortina fumogena sulle responsabilità a più alto livello, segnarono una brutta pagina della nostra storia, oscura come in quegli anni oscura era la democrazia. Nell’800 l’antropologo criminale Cesare Lombroso si occupò degli anarchici raggruppandoli nella categoria dei criminali nati , disadattati, pazzi e mattoidi, la cui natura criminale era dimostrata dalle fattezze fisiche: zoppi, gobbi e asimmetrici.  Le affermazioni pregiudiziali di Lombroso trovavano giustificazione nell’allarme sociale di fine ‘800, nell’ondata di omicidi per mano di anarchici come quello del Re d’Italia Umberto I nel 1897.  Nel 1969 questo allarme non c’era eppure per la strage nella Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana del 12 dicembre vennero fermati nella questura di Milano esponenti della galassia anarchica che ruotavano intorno a gruppi come il 2