Passa ai contenuti principali

Resoconto libresco 2020

Il 2020 sta finendo, molti sono stati i libri letti quindi perché non approfittare e fare un breve recap.

"Le lame di Myra" edito da Mondadori, scritto da Licia Troisi nel 2016 rappresenta il primo di una trilogia ormai conclusa. Sono legata alla scrittrice in quanto il mio primo libro da "grandi" fu proprio "Nihal nella terra del vento" all'età di undici anni. Personalmente ritengo "le lame di Myra" un libro nel perfetto stile Troisi quello a cui siamo ormai da tempo abituati, personaggi femminili forti e combattivi, battaglie e una parte anche dedicata al romance. 3/5 come valutazione finale di questo primo libro. 

Segue poi, nel giro di letture, "La corte di rose e spine" un retelling
della Bella e la Bestia. Era necessario? Direi di no. Acquistato per curiosità, a scatola chiusa con giusto pochissime informazioni. Mi sono ritrovata a leggere un libro veramente brutto. Sarà perché la Bella e la Bestia è una storia che personalmente non apprezzo a farmi storcere il naso ma anche i vari personaggi e in generale la struttura di questo primo romanzo, di una saga che si compone di altri 3 volumi, rende il libro ai miei occhi un accozzaglia di elementi fantasy con triangoli amorosi piuttosto invadenti risultando incredibilmente trash. Possiedo anche il secondo volume che non ho ancora letto. 1/5

Se parliamo quindi di libri poco soddisfacenti allora mi trovo a dover inserire anche "Oltre il bosco" e "La voce delle ombre". Belle le copertine e gli interni ma le trame sono a dir poco deludenti, libri che una volta arrivati alla fine ti chiedi cosa hai appena finito di leggere. Il primo titolo è veramente pessimo, la protagonista odiosa e l'intera storia è tutto un what the f*ck, 1/5. "La voce delle ombre" forse non rientra nel mio target di età, forse è adatto per lettori più giovani. Trama carina ma nulla di più 2.5/5

L'intera trilogia di Jay Kristoff, "
The Nevernight Chronicles": "Mai dimenticare", "I grandi giochi" e "Alba oscura". Ho amato ogni singolo aspetto di questa saga, dai personaggi alle descrizioni degli ambienti. Romanzi ben strutturati, solidi intrecci narrativi e un Worldbuilding semplicemente perfetto. Il lettore viene coinvolto, spesso e volentieri anche a livello emotivo, nelle vicende di Mia Corvere, dal suo ingresso nella Chiesa Rossa fino alla resa dei conti con il suo passato. 5/5 

Continuando il filone fantasy, ho letto il secondo volume delle "Cronache di Narnia" ossia "Il leone, la strega e l'armadio". Da molto tempo giaceva non letto nella mia libreria quindi mi sembrava doveroso leggerlo. Un classico ormai della letteratura per l'infanzia con molteplici richiami alla mitologia norrena, greco romana e biblici. Se lo avessi letto da bambina, come ho fatto invece per il film, ne sarei rimasta completamente affascinata e mi sarei sentita parte integrante di Narnia. Non posso però non dargli il massimo 5/5.

Spezziamo questa lunga lista di libri fantastici e ci spostiamo verso un altro tipo di narrativa.


"I vagabondi del Dharma" di Jack Kerouac uno dei miei scrittori preferiti. Scritto nel '58, può essere considerato come una sorta di ipotetico continuo a "Sulla Strada". Viaggi, vagabondaggi in solitaria e in compagnia lungo la West Coast, tra roventi deserti e foreste millenarie, durante i quali si discute su principi di Buddhismo, si compongono Haiku, si medita e contempla la vita cercando di coglierne il significato. Misticismo, lirismo in un unico libro. 5/5

Parlando sempre di scrittori preferiti, segue a ruota Jerome D. Salinger di cui ho letto il romanzo articolato in due racconti brevi, "Franny e Zoey" del 1961. La figlia minore della famiglia Glass colta da una crisi esistenziale, spirituale e che verrà aiutata da suo fratello Zoey. La vicenda, escludendo un breve antefatto, si svolge nell'arco di una sola giornata, all'interno di un appartamento di Manhattan. Attraverso flashback e dialoghi significativi Salinger ricostruisce la storia della famiglia Glass rovinata dal cosiddetto "sogno americano". Anche qui vediamo un avvicinarsi alle religioni e filosofie orientali. Lo stile è pulito, deciso analizza la psiche giovanile cercando di coglierne ogni dettaglio. 5/5

Si aggiunge alla lista di scrittori che apprezzo anche Ernest Hemingway, di cui prima di questo anno nefasto non avevo letto alcunché. "Festa Mobile", libro di memorie rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1964. Hemingway ci trasporta in una Parigi degli anni '20 multicolore, instancabile e assieme ad essa facciamo i conti con l'inesorabile scorrere del tempo. La nostalgia percorre le pagine del libro, ogni luogo conserva momenti. Hemingway usa la prima persona singolare per poi immediatamente utilizzare la seconda persona singolare, l'abilità di ritrarre con maestria ogni persona gli si ponga di fronte. Bellissimo, leggerò sicuramente qualcos'altro di lui, 5/5 

"Chéri" di Colette, anche qui non avevo letto nulla di questa autrice e per caso in libreria la splendida copertina rossa dell'Adelphi mi ha incuriosita e spinta a comprarlo. Ambientato a Parigi nel 1912 vede come protagonisti Léa e Chérie (Fred Peloux) entrambi appartenenti alla alta società parigina. Léa donna di mezza età dovrà rinunciare all'amore del giovane Chérie promesso sposo in un matrimonio di interesse. Un romanzo breve, anticonvezionale per l'epoca (1920) che non sfocia mai nel volgare. Uno stile di scrittura pungente, raffinato 4/5

"Piccole donne" letto in una versione per ragazzi da bambina e riletto questo anno nella versione integrale. Che dire, è un classico, uno dei miei preferiti, ho visto tutti i film prodotti e miniserie e chi più ne ha più ne metta e se da bambina mi identificavo in Beth o Amy ora propendo per Joe e Meg e credo che sia questa la bellezza del libro. Ah comunque Laurie sempre nel mio cuore. 4/5

Libro di cui da ragazzina ho visto il film, "La meccanica del cuore", l'ho riletto a dir la verità, ero convinta di non averlo ancora letto ma poi mi sono resa conto che si lo avevo letto e rimosso dalla mia mente. Non è brutto, non è bello, è discreto. Carino ma preferisco il film 2.5/5

Zafon e io non ci intendiamo molto, ho letto "Il palazzo della mezzanotte", ben scritto, belle le descrizioni e l'atmosfera magica un po' sognante, ma mi ha annoiato, sono forse l'unica a cui non è piaciuto? Chi lo sa, comunque 3/5

"Il richiamo della foresta", pensavo non mi sarebbe mai piaciuto questo libricino che parla
di come un cane d'appartamento ritorni a contatto con le sue origini selvagge, ma è ben più di questo è un inno alla amicizia e alla fedeltà, alla fiducia e una critica alla meschinità umana. L'ambientazione è descritta minuziosamente così come i comportamenti degli animali, veramente un bel libro 5/5

Poi ho letto, grazie all'Oscarvault che mi ha omaggiato dei pdf, la saga della Maniscalco e "Così si perde la guerra del tempo", non mi dilungo visto che ci sono le recensioni sul sito. 

Durante il mese di ottobre mi sono approcciata al "Frankenstein" capolavoro, capostipite della letteratura horror, un grande classico, scritto in modo magistrale ma che non mi ha entusiasmato più di tanto, non per i temi che sono trattati in modo sublime ma tanto più per la lentezza della narrazione. 4/5

Subito dopo ho letto "Dracula" che è entrato a far parte dei miei classici preferiti. Narrazione ritmata, avvenimenti uno dietro l'altro, bello il modo di scrivere dell'autore , elegante e poco prolisso. 5/5

Per completare ho letto "Carmilla", per chi non lo sapesse si tratta della prima vampira della letteratura, precede "Dracula" e fonda le basi per la sua costruzione. L'ho trovato veramente innovativo per i temi e le vicende trattate. Carmilla è una vampira, lesbica cosa alquanto inusuale per il 1872. Donna ricca di fascino e seduzione, un romanzo breve, una vera e propria chicca. 5/5


In occasione del 15esimo anniversario dalla pubblicazione del primo romanzo della saga di Fairy Oak alla quale sono molto legata, ha fatto parte della mia infanzia e ha fatto si che il piacere della lettura crescesse in me, ho letto "La storia perduta". Emozionate è stato il ritorno a Fairy Oak, nel leggere nuovamente delle gemelle e delle loro avventure. Mi sono sentita a casa nonostante l'età. 5/5

Un libro che ho amato totalmente e mi ha straziato l'anima è stato "La


canzone di Achille
". Visto praticamente nelle mani di chiunque e osannato più o meno da chiunque per la bellezza e la delicatezza con cui la storia viene narrata, mi sono decisa a leggerlo e devo dire che non ha deluso minimamente le mie aspettative, anzi. Sublime, delicato, commovente, poetico, un vero gioiello. Narra la storia di Achille e del suo rapporto con Patroclo  che si va pian piano a consolidare partendo dall'infanzia e sviluppatosi appieno durante la guerra di Troia. 5/5

Ho riletto "Veronika decide di morire", inizialmente ero convinta di star leggendo il libro per la prima volta o per lo meno la mia intenzione iniziale era quella di leggerlo finalmente dopo anni che era nella mia libreria, ma mentre leggevo e andavo avanti nella narrazione mi sono ricordata di averlo letto. Credo che questo sintetizzi bene cosa ne pensi del libro, carino, ma non memorabile. 3/5

Fresco di lettura abbiamo "Survivor" di Chuck Palaniuk, autore che devo dire mi piace molto per il suo modo di scrivere fresco e immediato. Questo libro mi piace come sia narrato, mi piace la critica mossa alla religione e alla strumentalizzazione dei media ma non mi ha convinto a pieno purtroppo. Veloce da leggere, lo consiglio come lettura 3.5/5

Stavo per concludere quando mi sono ricordata, fortunatamente, di un altro libro letto durante l'anno ossia: "Sei di corvi". Un titolo, un romanzo che si dalla sua uscita mi ha sempre incuriosito e non appena lo avuto tra le mani mi ci sono fiondata immediatamente nella lettura. Mi piace, mi piacciono le descrizioni, la caratterizzazione dei protagonisti. Ripeto, mi è piaciuto ma mi aspettavo di più, un di più che mi sarebbe piaciuto nella trama, che non è affatto banale anzi siamo messi davanti ad un gioco di potere tra vari personaggi, con le loro luci ed ombre, ma c'è un ma un ma che mi tormenta un ma che mi da la sensazione di qualcosa di più che non si è realizzato del tutto. Non ho ancora letto il secondo volume e chissà forse con esso la mia percezione verrà a cambiare. Per ora mi sento di dargli un ben 4/5.

Sperando di non essermi dimenticata nulla, vi mando un abbraccio affettuoso, seppur virtuale, e alla prossima.


Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo