Don Vito Corleone, immigrato siciliano in America, protagonista di un’incredibile scalata sociale ai vertici della mafia che ne ha fatto. Dei tre figli, Michael, il più piccolo, è l'unico a restare fuori dagli "affari di famiglia", con il benestare del padre che sogna per lui un futuro da senatore o presidente. Eppure, nemmeno Michael riuscirà a sfuggire al richiamo dei doveri familiari: sarà lui a raccogliere l'eredità del padre alla morte del fratello maggiore Santino, e diventare, a sua volta, Padrino.
Il trentunenne regista Francis Ford Coppola non fu la prima scelta della Paramount, eppure Il Padrino del 1972, è entrato nella mitologia del cinema americano. Qual è stata la formula che ha fatto de Il Padrino uno dei film di maggior successo di tutti i tempi? Sicuramente una combinazione armoniosa di talenti che lavorano in un concerto per raccontare il potere, la decadenza del sogno americano, ma soprattutto la storia di una immaginaria famiglia criminale di New York, quella dei Corleone, che protegge se stessa a modo suo, applicando una scala di valori e criteri soggettivi non validi per il resto della società, come anche l'omicidio per mantenere o ripristinare la "giustizia". Tratto dal romanzo di Mario Puzo, che ricrea il mondo feudale dei mafiosi in una cronaca cruenta, il film di Coppola è una lezione di cinema in sé e per sé. Pieno di sfumature sottili, Il Padrino, con i suoi personaggi straordinariamente sviluppati, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore che si trova fagocitato in un mondo senza compiacimento né moralismo, quello della New York del 1940.Per il ruolo di Vito Corleone, Coppola volle, dopo una lunga negoziazione con Robert Evans della Paramount, Marlon Brando. Brando era allora un attore in declino, uno che non ricordava le parti. Le voci di comportamento indisciplinato di Brando sul set lo avevano trasformato in uno degli attori meno desiderabili con cui lavorare, ma fu proprio lui a dare al film un valore aggiunto. Brando si presentò all’audizione con le guance gonfiate con batuffoli di cotone (per le riprese effettive, indossò un apparecchio realizzato da un dentista e ora in mostra nel museo americano del Moving Image nel Queens). Nella rappresentazione epica della famiglia mafiosa Brando interpretò il patriarca, l'originale Don Vito Corleone, uno dei più potenti capo-mafia italiani d'Oltremanica, un criminale che ama e protegge la famiglia con ogni mezzo necessario. Eppure è il calore della sua umanità che lo rende indistruttibile, un paradosso plasmato dalla prestazione notevole di Brando .
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