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Il pensiero binario


 Intorno al 350 a.C. il filosofo greco Aristotele volle ridurre e strutturare la complessità del mondo. Per fare ciò, prese in prestito la Tavola degli opposti di Pitagora, in cui vengono confrontati due elementi:

finito - infinito

pari - dispari

uno - molti

destra - sinistra

riposo - movimento

dritto - storto

e la applicò alla società.

La sua teoria del "dualismo" o, se si vuole, delle classificazioni binarie - per cui qualcosa è l'uno o l'altro, vero o falso, logico o illogico -  ha creato un mondo in cui le cose sono bianche o nere. Stanno accadendo o non accadendo. Qualcosa è buono o è cattivo. Una persona si comporta bene o non si comporta bene. Un accordo è scritto o non è un accordo. Gli elementi che hanno più valore diventano 1 quelli di minore importanza 0. La via di mezzo è invisibile e le persone pensano, dicono e fanno cose discutibili perché possono vedere solo due alternative estreme e opposte, operando di fatto in uno stato di aut-aut. Il pensiero binario - implementato da Cartesio, che nel 1641 propose una ulteriore separazione della mente dal corpo, e da Liebniz, che tra il 1697 e il 1701 ideò un modo per arrivare a verdetti "sì/no" più velocemente e per ridurre e calcolare in modo efficiente i grandi numeri incasellandoli nelle unità più gestibili di 0 e 1 -  desidera la chiarezza di un mondo che si dispiega in modo lineare e ordinato. È felice se c'è un piano gerarchicamente organizzato e ci consola che se ci atteniamo ad esso, tutto andrà bene. L’eccessiva semplificazione - per cui quasi ogni notizia può essere archiviata come buona o cattiva, vera o falsa, giusta o sbagliata - è conveniente, efficiente, comoda e richiede meno carico cognitivo, ma incasella persone, comportamenti, pensieri e fenomeni in etichette e categorie limitate, preservando, propagando e amplificando giudizi e  pregiudizi.  Posizionare la griglia della dualità su tutto, vedere tutte le cose come dualismo, restringe la visione del mondo, lasciando indietro la ricchezza e la creatività insite nel pensiero "sia e sia", nell'integrazione. Modi di pensare alternativi sono molto importanti perché c'è sempre un modo di pensare alternativo che include molteplici opzioni e possibilità.  Una maggiore apertura mentale che abbracci l'incertezza della complessità può essere il primo passo per mescolare tra loro verità altrimenti considerate in bianco e nero, e vedere il mondo come scriveva Hume nel "Trattato sulla natura umana" grigio all'estremo.

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