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Il rogo di Giordano Bruno


Nel Rinascimento, Giordano Bruno (Nola 1548 - Roma 1600 ) parlò di multiverso nello spazio infinito ribaltando completamente la cosmologia cristiana dell'epoca di un universo finito. Basava la sua teoria su un principio metafisico, il cosiddetto principio di pienezza, per cui un Dio infinito doveva necessariamente creare un universo infinito uniformemente riempito di infiniti mondi abitati, ed essere presente in ognuno di essi. D'accordo con Copernico (astronomo polacco che nel XVI secolo affermò che la Terra non era il centro dell'universo) sosteneva la teoria eliocentrica. Ma Bruno non aveva interesse per gli aspetti scientifici del lavoro di Copernico. Il filosofo nolano non era uno scienziato anche se la sua condanna al rogo a opera della Santa Inquisizione, negli ultimi anni gli ha fatto guadagnare la reputazione di primo martire della scienza moderna. Eppure pochi al di fuori dell'ambiente accademico leggono ora i libri di Bruno.

Nella sua Filosofia Naturale, Bruno sostenne una difesa dell'eliocentrismo su base magico - religiosa. Il filosofo di Nola adorava il dio egizio Thoth e credeva nell'ermetismo (un minestrone culturale mistico - religioso che attingeva a piene mani dalla tradizione egizia e greca e che trovò forma nel Corpus Hermeticum) e nella sua adorazione del sole come centro dell'universo. In realtà, Bruno non fa alcun tentativo di fornire una giustificazione empirica per l'adozione di questa teoria.  Se si esamina attentamente l'opera di Bruno manca quello che chiamiamo metodo scientifico (esperienze mirate, raccolta dei dati, verifica delle ipotesi...) che, partito da Francesco Bacone alla fine del '500  e portato avanti da Galileo, Cartesio e Newton nel corso del '600, ha le sue radici nelle teorie dei Filosofi della Natura del XIII secolo: Alberto Magno, Roberto Grossateste, Ruggero Bacone, Giovanni Peckham, Duns Scoto, Thomas Bradwardine, Walter Burley, William Heytesbury, Richard Swineshead, John Dumbleton, Riccardo di Wallingford, Nicola di Oresme, Giovanni Buridano, Nicola Cusano... Filosofi/ teologi che erano a loro agio sia nel lavorare su argomenti secolari che nello studiare le Scritture. E la Chiesa no batteva ciglio.

L'eliocentrismo di Bruno affondava le sue radici nella convinzione di un imminente ritorno della saggezza dell'antico Egitto (o almeno della concezione ermetica che ne aveva). L'universo appare agli occhi di Bruno come un essere vivente, che si espande all'infinito a partire dal suo centro sacro, il sole, cuore vivo del cosmo e immagine di Dio. In molti sensi, Bruno era un mago più simile a Prospero della Tempesta di Shakespeare che uno scienziato vero e proprio. Per tutta la vita cercò un sovrano che potesse sostenere la riforma ermetica da lui annunciata. Cercò i favori della regina Elisabetta I, dell'imperatore Rodolfo II, del re Enrico IV e infine dello stesso Papa. Bruno infatti riteneva che la riforma ermetica potesse attuarsi solo in seno alla Chiesa cattolica.



Si deve credere quindi che la sua condanna fosse per le visioni mistiche, le sue pratiche magiche, le sue nozioni teologiche eretiche (ad esempio: l'anima di tutti trasmigra su altri pianeti dopo la morte piuttosto che incontrare il giudizio finale, la negazione della Santissima Trinità, della divinità del Cristo, della Transustanzazione, della verginità di Maria, ...) che per quanto orribile per noi, nel 1600 equivalevano a una condanna al rogo, anche se solo rifiutavi ripetute opportunità di ritrattare. 

Del resto già Cusano (che Bruno chiamava il "divino Cusano") nel libro De docta ignorantia, che tanto ispirò il filosofo di Nola, scriveva: 

"L'universo non ha circonferenza, per ché se avesse un centro e una circonferenza ci sarebbe qualcosa e qualcosa al di là del mondo, supposizioni che sono totalmente prive di verità. Poiché, quindi, è impossibile che l'universo sia racchiuso in un centro corporeo e in un confine corporeo, non è in nostro potere comprendere l'universo, il cui centro e circonferenza sono Dio. E sebbene l'universo non possa essere infinito, tuttavia non può essere concepito come finito poiché non ci sono limiti entro i quali potrebbe essere confinato."

"La vita, così come esiste sulla Terra sotto forma di uomini, animali e piante, si trova, supponiamo, in una forma elevata nelle regioni solari e stellari. Piuttosto che pensare che così tante stelle e parti del cielo siano disabitate e che solo questa nostra terra sia popolata - e che con esseri forse di tipo inferiore - supporremo che in ogni regione ci siano abitanti, diversi per natura per rango e tutti devono la loro origine a Dio, che è il centro e la circonferenza di tutte le regioni stellari .... Degli abitanti di mondi diversi dal nostro possiamo quindi sapere ancora meno, non avendo standard con cui valutarli."

E Cusano non fu bruciato sul rogo, ma fu venerato, lodato e nominato cardinale.


 


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