La sindrome di Peter Pan



...E pensare che la sindrome di Peter Pan è una condizione psicologica non classificata come disturbo mentale. Essere “Eterni Fanciulli” rientra nella casi dei disturbi da immaturità psico affettiva.
Infatti, come il personaggio della  fiaba, descritto nel libro di Barrie, che si rifiutava di crescere, chi è affetto da questa sindrome, anche se è già adulto, in varie situazioni della vita tende ad assumere degli atteggiamenti da bambino.  Generalmente molto intelligente, brillante, affascinante, a volte anche ben inserito nel lavoro, il  Peter Pan sa socializzare molto bene ma non sa relazionarsi affatto.  Nella relazione con gli altri, egli cerca di stare al centro dell'attenzione; ecco che prende il sopravvento il suo atteggiamento egocentrico. Come i bambini che non riescono a capire che esiste anche il punto di vista dell'altro, così il Peter Pan rifiuta ogni oggetto che non soddisfa i suoi bisogni poiché non ha ben compreso che esiste una distinzione tra se stesso e il mondo esterno. Perché esiste anche l’altro? L'altro esiste solo per saziare il  bisogno di primeggiare.
Totalmente incapace di amare e di coltivare relazioni profonde ed autentiche, il Peter Pan vive straordinarie  passioni sessuali ma relazioni fisse e durature lo inquietano e  alla lunga non lo divertono più. Si, proprio così. Il Peter Pan, infatti, proprio come un bambino, è portato a guardare solo al lato divertente e positivo della vita  fuggendo da quello negativo. Per non soffrire, evita. E cosa evita? Le responsabilità, le scelte e tutto quello che si deve affrontare  per crescere. Quando gli eventi dolorosi o negativi della vita gli si presentano, egli  reagisce con rabbia, frustrazione o totale rifiuto dell'evento. 
Il Peter Pan è vittima di uno schema di vita sbagliato: è come se tenesse in vita un ruolo che appartiene al passato. Si sente bimbo o figlio anche quando dovrebbe sentirsi adulto. E' come se la sua mente fosse rimasta "congelata" nel passato e per tale ragione egli non riuscirà mai ad adattarsi alla vita che inevitabilmente gli chiede assunzioni di responsabilità. Immaginate la sofferenza che prova una persona adulta a vedere la vita come se fosse un bambino. Nel tentativo di evitare la sofferenza degli adulti, questa persona vivrà una sofferenza ancora più grande: il disadattamento alla vita. 
Cosa fare? Comprendere.
Il Peter Pan ha paura di crescere perché ha paura di amare perché non gli è stato insegnato ad amare o perché non è stato amato e, conseguentemente, si ama poco. Chi non sa amare si pone sempre come un bimbo che cerca di ricevere invece che di dare. Dunque... imparare ad amarsi per poter amare.








Le immagini sono tratte dal film Peter Pan (2003) del regista  P. J. Hogan

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