Realizzato da Patrice Laconte, al suo primo esordio
nell’animazione, La bottega dei suicidi, titolo originale Les magasin de suicide, tratto da un
romanzo di Jean Teulé è una commedia noir
che si rivolge ad un pubblico di adulti e bambina, e che, alla sua uscita, destò le preoccupazioni di associazioni
che da anni lavorano per arginare il fenomeno, purtroppo in crescita, di suicidio
giovanile.
Morti o rimborsati, questo è il motto della famiglia Tuvache,
proprietaria del negozio Suicide Shop in una città dove la depressione sembra
aver dirottato i cittadini. I clienti della premiata bottega, infatti, sono personaggi
simili a zombie con la coscienza a cui i coniugi Tuvache dispensano veleni,
corde per impiccarsi e tutta una serie di supporti letali. Ma a rimettere in
discussione la filosofia dei coniugi Tuvache, grotteschi angeli della morte, ci
penserà il figlio minore Alan innamorato della vita al punto da redimere
fratelli e genitori.
“Una eccessiva banalizzazione di un fenomeno purtroppo
in crescita, del malessere che colpisce sempre più bambini e teen- ager d’età
compresa tra i 9-13 anni. Il rischio è che il passaggio dal malessere all’atto
può essere avvertito come un gioco”. Così si espresse all’uscita del film, l’Associazione
Phare Enfants-Parents da anni in prima linea nella lotta contro il suicidio dei
giovani. “ Il film non essendo vietato ai bambini ma anzi essendo stato promosso
su riviste a loro destinate”, continuava il presidente dell’associazione, “è inappropriato
poiché molti dei bambini e ragazzi ai quali si rivolge sono già di fronte ad
atti di auto-distruzione in molti casi letali.”
Perplesso di fronte alle accuse e alle polemiche, il regista francese rispose: "Ho una
nipotina di 8 anni e quando ho fatto il film ho pensato continuamente a lei
perché volevo fare un film che piacesse anche a lei. Ho fatto vedere il film a
lei e a una sua compagna di scuola. Le bambine hanno adorato il film perché si
sono identificate col personaggio del bambino ottimista Alan e come lui pensano
che la vita è bella.Oltretutto
il libro di Jean Tulé da cui è tratto è stato un bestseller ovunque e nessuno
lo ha mai vietato."
Per valutare allora, non ci resta che guardare.
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