John
Green è uno scrittore americano, autore di libri young adult che su YouTube ha
aperto un canale sul quale lui e suo fratello Hank svolgono attività educative. Ha vinto nel
2006 il Pritz Award col suo primo romanzo Cercando Alaska e
nel 2012 entra nella classifica dei bestseller del New York Times, grazie al
suo ultimo romanzo Colpa delle stelle. Altri suoi scritti di
spessore sono Teorema Catherine, Città di carta e Will ti presento Will.
Titolo: Colpa delle stelle / The Fault in Our
Stars
Autore: John Green
Casa
editrice: Rizzoli
Collana:
narrativa ragazzi
Data
di pubblicazione: 9 ottobre 2012
Pagine:
360
Prezzo:
16,00 euro.
“Il mondo” ha detto lui “non è un ufficio esaudimento desideri.” Augustus a Hazel
Il romanzo, narrato in prima persona, si apre con i conflitti interiori di Hazel Grace una 16enne già al college, realista, forte, intelligente, ipercritica, irritante e leggermente saccente, una tipica adolescente con scenate e scatti di ribellione. Esce poco di casa, passa molto tempo a letto a rileggere lo stesso libro, Un’imperiale afflizione, e nel tempo libero pensa alla morte. Viene così trascinata da sua madre, che la crede depressa, al gruppo di supporto nel cosiddetto cuore di Gesù poiché si trova esattamente nel seminterrato di una chiesa episcopale a forma di croce. “Sono andata al gruppo di supporto per [...] fare contenti i miei genitori. C'è solo una cosa più merdosa di dover combattere contro il cancro quando hai sedici anni, ed è avere un figlio che combatte contro il cancro.” Hazel infatti è al quarto stadio di un cancro ai polmoni, in regressione, ed è tenuta in vita da un medicinale miracoloso e da bombole d'ossigeno. I suoi polmoni non si ricordano più come si respira, e lei ne è consapevole. Al gruppo di supporto “mobile” partecipano personaggi in vari stadi di malessere indotti dal tumore. Perché il cast era mobile? Un effetto collaterale del morire. A questi incontri partecipa anche Isaac, affetto da un tumore agli occhi che lo renderà del tutto cieco. Il ragazzo comunica con Hazel attraverso semplici sospiri. Il gruppo è deprimente per la ragazza fino a quando non conosce Augustus Waters, un 17enne in remissione da un tumore alle ossa, bello e consapevole di esserlo, dall’andatura sbilenca, brillante, presuntuoso, prolisso, credente della metafora e, parola del suo amico Isaac, della sua stessa età, incapace di “farsi una pisciata senza meditare sulle abbondanti risonanze metaforiche dello spreco di liquame umano.” Hazel e Augustus entrambi senza freni, forzature e senza paura. Quello che lega i due ragazzi è qualcosa di speciale, dove un semplice “okay” equivale ad un “per sempre”. Hazel si sente una granata, pronta a esplodere perciò vuole minimizzare le vittime e non far soffrire le persone che incontra sul suo cammino. Augustus, però, fin da subito mostra un forte interesse per lei e vuole starle accanto. Il loro rapporto viene rafforzato anche dal libro, Un’imperiale afflizione, che ha un finale troncato di netto che i due ragazzi vogliono scoprire, al punto tale da intraprendere un viaggio alla ricerca dell’autore, viaggio che consoliderà la loro relazione. I protagonisti di questo romanzo sono perciò l'amore e il cancro. E' un romanzo sulla malattia e la sua crudeltà, sulla morte, sul dolore di chi resta e sulla necessità di essere ricordati anche dopo essersene andati. Ma è anche un romanzo sull'amore e sulla necessità di vivere ogni giorno il giorno migliore. L'autore descrive in modo diretto la malattia, senza peli sulla lingua, perché chi sta male non ha bisogno di pietà e compassione. Green crea dei protagonisti colti e maturi, a partire da Hazel e Augustus fino a personaggi secondari come Isaac; ed è grazie anche ad essi che il romanzo risulta spassoso e diverte nonostante gli argomenti, dai tragici discorsi pronunciati a un malinconico e strambo prefunerale. John Green si arrampica sulla vetta a colpi di sincerità ed emozioni, mette in pace ragione e sentimento, si piange, impossibile negarlo, ma si ride anche, un misto di lacrime e sorrisi. Un romanzo bello ma anche doloroso da lasciare il segno.
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