Quasi ogni
giorno attraverso le notizie televisive, gli articoli sui giornali o
anche attraverso l' esperienza personale, abbiamo notizia di avvenimenti o addirittura aggressioni contro persone indifese per lo più appartenenti a gruppi
stigmatizzati come ad esempio gli omosessuali, gli immigrati i disabili, le persone obese e l’elenco, se vogliamo, potrebbe essere infinito. Dunque atti di vera e propria discriminazione verso persone la cui "colpa", secondo l'opinione dei più, è quella di appartenere ad un gruppo sociale specifico. Comportamenti e atteggiamenti discriminanti sono rintracciabili in ogni ambito della società, dalla
scuola, al lavoro, alla vita ricreativa. Possiamo, infatti,elencare una grande varietà di esempi. Si pensi per esempio al caso, molto comune, nel quale un membro di un gruppo etnico determinato, dovendo scegliere dove sedersi sul treno, a parità di
posti liberi, tenda automaticamente a mettersi accanto a un membro dello stesso gruppo rispetto a un immigrato. Tra quelli che viaggiano in treno, molti avranno
infatti notato che solitamente vi sono più posti liberi vicino a immigrati che
non ad italiani. Un altro esempio si può avere osservando, ad esempio, una
relazione tra un normodotato e un disabile che non si conoscono: non sarà
difficile notare che il normodotato, nella maggior parte dei casi, tende a
evitare lo sguardo del disabile (Pruett & Chan). Questi sono due esempi di
comportamenti “non verbali”, che le persone mettono in atto in maniera
automatica, senza cioè esserne consapevoli; tali comportamenti dipendono in
larga misura da quello che viene definito“pregiudizio implicito” o
“inconscio”. Purtroppo questo tipo di pregiudizio è molto pericoloso poiché
essendo inconsapevole è difficile da riconoscere, dunque difficile da combattere anche perché le persone stesse possono reagire in maniera negativa se etichettate come “razziste”. Quasi sessanta anni fa uno dei più importanti psicologi sociali, Gordon
Allport (1954) formulò la celebre ipotesi del contatto. Secondo questo autore,
il pregiudizio e la discriminazione nascono dalla mancanza di conoscenza tra
membri di gruppi diversi. Quindi, se alle persone viene data l’opportunità di
incontrare individui appartenenti ad un gruppo, che essi discriminano, scopriranno che in fondo molti pregiudizi e stereotipi sono errati. Ad esempio,
gli studenti di una scuola potrebbero vedere italiani e marocchini non come
membri di gruppi nazionali diversi, ma semplicemente come studenti di quella
scuola. In conclusione, non è pensabile individuare
una strategia “universale” di riduzione del pregiudizio. È solo grazie all'integrazione tra tecniche differenti, pensate e adattate a ogni singolo contesto, che si otterranno i risultati migliori sulla via della creazione di
rapporti più positivi tra individui appartenenti a gruppi diversi.
Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti, con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign
Commenti
Posta un commento