Oggi è il giorno della poesia. Il
giorno che l'Unesco dedica ad una forma letteraria forse un po' desueta agli
occhi del grande pubblico, ma ancora molto amata e soprattutto praticata. Una genere letterario su cui molti editori scelgono di non investire, scomparso radicalmente ad esempio dagli scaffali della letteratura dell'infanzia. Eppure sin da bambini siamo legati alla parola poetica: ninna nanne cantilene, filastrocche, limerick. Sussurrata, cantata, giocata, recitata, letta, scritta, imparata a memoria, la parola poetica ci accompagna fin dai primi gesti, quasi appartenesse a "una simbiotica lingua infantile composta per prendersi cura, abbracciare, dire, rivelare, annunciare, mettere in guardia divertire, meravigliare, consolare… e, in ogni strofa, narrare cantando".
L'Unesco riconosce alla poesia
un ruolo importantissimo per lo scambio interculturale e per la pace.
È tutto ciò che ho da offrire oggi -
di Emily Dickinson
È tutto ciò che ho da offrire oggi -
Questo, e il mio cuore accanto -
Questo, e il mio cuore, e tutti i campi -
E tutti gli ampi prati -
Accertati di contare – dovessi dimenticare -
Qualcuno la somma potrà dire -
Questo, e il mio cuore, e tutte le Api
Che nel Trifoglio dimorano.
Filastrocca di primavera
di Gianni Rodari
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
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