Titolo: L'ombra dello scorpione
Autore: Stephen King
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: € 14,00Nel 1978 di Stephen King pubblica “L'ombra dello Scorpione” romanzo che adesso viene considerato come una delle sue opere più belle. Ma è una versione breve del romanzo che si adatta ad esigenze editoriali quella che vede la luce nel 1978 dal momento che più di 150.00 parole risultano tagliate. Nel 1990 viene pubblicata la versione integrale dell’opera così come partorita dalla mente del Re, un’espansione del romanzo originale in cui King regala ai suoi lettori nuovi personaggi e maggiori profondità a quelli già noti. Il risultato è una vera e propria epopea all'interno della quale si mescolano diversi generi letterari: l'horror, la fantascienza, il thriller, il fantastico e il romantico.
Basta un nanosecondo di errore del computer in un laboratorio del Dipartimento della Difesa e un milione di contatti casuali per formare gli anelli di una catena di Sant'Antonio di morte. Una influenza di rapida mutazione, Capitain Trips, decima il 99% della popolazione mondiale. Una manciata di sopravvissuti in preda al panico deve scegliere da che parte stare se appoggiarsi sulle fragili spalle di Madre Abagail, una donna di 108 anni, e scegliere il bene, o schierarsi dalla parte del male incarnato in un uomo con un sorriso letale e poteri indicibili: Randall Flagg. Sullo sfondo uno scenario di tipo post-apocalittico. Le tematiche che si possono leggere tra le righe e fra le vicende che legano i personaggi delle due fazioni sono molteplici: l'ambiente, l'ecologia, l'innata attitudine umana dell'auto-distruzione, la follia, la sopravvivenza, la sociologia, la rinascita, ma soprattutto la capacità del maligno, dell'ombra, del male, di trovare una strada per manifestarsi.
Il
cerchio si apre.
Introduzione.
«Sally.»
Un borbottio.
«Svegliati, Sally.»
Un borbottio più forte: ’sciami in pace.
La scosse più bruscamente.
«Svegliati. Devi svegliarti!»
Charlie.
La voce di Charlie. La stava chiamando. Da quanto tempo?
Sally emerse dal sonno.
Prima guardò la sveglia sul comodino e vide che erano le due e un quarto. Charlie non sarebbe neppure dovuto essere lì: aveva il turno di notte. Poi lo guardò per bene per la prima volta e sentì qualcosa che balzava dentro, un’intuizione funesta.Suo marito era pallido come un morto. Aveva gli occhi fuori dalle orbite. Le chiavi dell’auto in una mano. Con l’altra continuava a scuoterla, benché ormai avesse gli occhi ben aperti. Sembrava non riuscire a rendersi conto che si era svegliata.
«Charlie, che cosa c’è? Che cosa succede?»
Era come se lui non sapesse che cosa dire. Il pomo d’Adamo continuava ad andare su e giù, ma nel piccolo bungalow non si sentiva altro suono che il ticchettio della sveglia.
«Un incendio?» gli domandò stupidamente. Che cosa altro avrebbe potuto ridurlo così? I genitori di Charlie erano morti nell’incendio di un palazzo.
«In un certo senso,» rispose lui. «In un certo senso è peggio. Devi vestirti, amore. Prendi Baby LaVon. Dobbiamo andarcene.»
«Perché?» chiese lei, scendendo dal letto. Una paura nera l’aveva attanagliata. Niente sembrava normale. Era come un sogno, «Dove? Dici nel cortile?» Ma sapeva che non intendeva il cortile?» Ma sapeva che non intendeva il cortile. Non aveva mai visto Charlie così terrorizzato. Aspirò profondamente e non sentì odore di fumo o di bruciato.
«Sally, amore, non farmi domande. Dobbiamo andarcene lontano. Molto lontano. Tu prendi Baby LaVon e vestila.»
«Ma posso… c’è tempo per fare le valigie?»
Questo parve arrestarlo. Farlo come deragliare. Lei pensava di aver raggiunto il culmine della paura, ma evidentemente non era così. Si rese conto che quello che lui provava, più che paura, era panico totale. Charlie si passò una mano tra i capelli in un gesto distratto e rispose: «Non lo so
Un borbottio.
«Svegliati, Sally.»
Un borbottio più forte: ’sciami in pace.
La scosse più bruscamente.
«Svegliati. Devi svegliarti!»
Charlie.
La voce di Charlie. La stava chiamando. Da quanto tempo?
Sally emerse dal sonno.
Prima guardò la sveglia sul comodino e vide che erano le due e un quarto. Charlie non sarebbe neppure dovuto essere lì: aveva il turno di notte. Poi lo guardò per bene per la prima volta e sentì qualcosa che balzava dentro, un’intuizione funesta.Suo marito era pallido come un morto. Aveva gli occhi fuori dalle orbite. Le chiavi dell’auto in una mano. Con l’altra continuava a scuoterla, benché ormai avesse gli occhi ben aperti. Sembrava non riuscire a rendersi conto che si era svegliata.
«Charlie, che cosa c’è? Che cosa succede?»
Era come se lui non sapesse che cosa dire. Il pomo d’Adamo continuava ad andare su e giù, ma nel piccolo bungalow non si sentiva altro suono che il ticchettio della sveglia.
«Un incendio?» gli domandò stupidamente. Che cosa altro avrebbe potuto ridurlo così? I genitori di Charlie erano morti nell’incendio di un palazzo.
«In un certo senso,» rispose lui. «In un certo senso è peggio. Devi vestirti, amore. Prendi Baby LaVon. Dobbiamo andarcene.»
«Perché?» chiese lei, scendendo dal letto. Una paura nera l’aveva attanagliata. Niente sembrava normale. Era come un sogno, «Dove? Dici nel cortile?» Ma sapeva che non intendeva il cortile?» Ma sapeva che non intendeva il cortile. Non aveva mai visto Charlie così terrorizzato. Aspirò profondamente e non sentì odore di fumo o di bruciato.
«Sally, amore, non farmi domande. Dobbiamo andarcene lontano. Molto lontano. Tu prendi Baby LaVon e vestila.»
«Ma posso… c’è tempo per fare le valigie?»
Questo parve arrestarlo. Farlo come deragliare. Lei pensava di aver raggiunto il culmine della paura, ma evidentemente non era così. Si rese conto che quello che lui provava, più che paura, era panico totale. Charlie si passò una mano tra i capelli in un gesto distratto e rispose: «Non lo so
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