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Amabili resti di Alice Sebold

Titolo: Amabili resti
Autore: Alice Sebold
Casa editrice: E/O 
Prezzo: € 18,00 (cartaceo)

Amabili resti è un libro di Alice Sebold pubblicato nel 2002.
La protagonista del romanzo è Susie e sin dalle prime righe sappiamo che all'età di quattordici anni è stata uccisa. "Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre 1973." Una normale adolescente, Susie, poco amante degli ambienti rigidamente strutturati e con scarse abilità culinarie. La ragazzina ci avverte: "non crediate che tutte le persone che incontrerete in questa storia siano gente sospetta. Ecco il problema. Uno pensa di sapere, e invece non sa." Infatti se già dal primo capitolo siamo portati ad ipotizzare che ad averla uccisa sia stato il suo professore di Biologia, Susie ci riporta alla realtà rivelandoci il suo assassino: il suo vicino, l'uomo meno sospettabile di questo mondo, sostenitore dei rimedi naturali, costruttore di case di bambole e vedovo. Il 6 dicembre nevicava e Susie decise di accorciare il tragitto scuola-casa passando per il campo di granturco dietro la scuola ignara che lì ad aspettarla ci sarebbe stato il signor Harvey ad invitarla a vedere quello che aveva costruito. Incuriosita Susie fatica ad allontanarsi finendo così a passare attraverso una botola di legno per ritrovasi in una stanzetta con tanto di panca, uno specchio, schiuma da barba e un rasoio. Confusa dagli atteggiamenti insoliti del suo vicino, Susie tentenna prima di provare a fuggire, ma è troppo tardi: lui le è subito sopra. Susie è spaventata, implora, sa cosa sta per succedere, viene zittita e lei si allontana con la mente, non è più lì. Quando la tortura ha fine lei si accorge di essere ancora viva. "Tutto qua, respiravo ancora. Sentivo il suo cuore, sentivo il suo alito e la terra nera intorno a noi odorava esattamente di quel che era: terra umida nella quale vermi e animali vivevano la loro vita quotidiana. Avrei potuto gridare per ore. Sapevo che mi avrebbe uccisa. Però ancora non mi ero resa conto di essere un animale che stava già morendo."
Il signor Harvey le dice di alzarsi ma lei non lo fa:" Un consiglio, più che un comando. Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo ad alzarmi. Non gli diedi retta - fu solo per quello, soltanto perché non seguii il suo consiglio? - e allora lui allungò il braccio verso il ripiano con il rasoio e la schiuma da barba. La mano tornò stringendo un coltello. Nuda, la lama mi sorrise, curva in un ghigno. Lui mi sfilò il cappello di bocca. «Dimmi che mi ami». Glielo dissi dolcemente. La fine arrivò comunque."
Susie arriva così nel suo Cielo da cui negli anni a venire segue chi ha lasciato sulla Terra: suo padre convinto che ad ucciderla sia stato il loro vicino; Lindsey, sua sorella, attraverso la crescita ricca di conflitti e prove per dimostrare a suo padre che lei è lei e non Suzanne; sua madre Abigail che si allontana da casa alla ricerca di se stessa; Len Fenerman, il poliziotto vedovo che si lega alle vicende della sua famiglia; suo fratello, Buckley, che cresce provando odio nei confronti della madre per averlo abbandonato; la sua "amica" Ruth che sarà l'unica ad avere un confronto diretto con lei anche da morta perché possiede un dono; Ray di cui era innamorata e ricambiata; del suo stesso assassino di cui però perde le tracce. Passeranno anni dal giorno della sua morte, il caso verrà archiviato, riaperto, verranno riaperti altri casi simili al suo che consentiranno a Len di stabilire un collegamento tra di essi. Ma il signor Harvey è scomparso e Len chiude definitivamente le indagini. Suzanne dopo essere ritornata per poco tempo sulla Terra nel corpo di Ruth e poi dopo aver assistito ad una riunione indiretta di tutte le persone a lei care, decide di andare: "Adesso mi trovo nel posto che chiamo questo grande grande Cielo perché comprende tutti i miei desideri più semplici ma anche i più umili e grandiosi. La parola che adopera mio nonno è benessere." Ed è proprio qui che assieme a suo nonno si mette a guardare la Terra finendo a Manchester in una tavola calda dove casualmente si trova il signor Harvey pronto ancora una volta a compiere uno dei suoi attacchi verso un'adolescente...

Del romanzo esiste anche un film con il titolo omonimo.
Alice Sebold per scrivere Amabili resti si è ispirata sia allo stupro subito quando frequentava l'università di Syracuse, sia ad uno finito con lo smembramento di un'altra ragazza, sempre nella stessa università. A differenza dell'altra giovane, Alice poté ritenersi "fortunata" perché viva. E proprio da questa parola "fortunata" pronunciata dall'agente di polizia, che raccolse la sua denuncia dopo lo stupro, nacque il suo primo romanzo: memorie dal titolo Lucky

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