Fёdor Dostoevskij, secondo di sette figli, nacque a Mosca il 1821. Suo padre era un medico militare, duro e dispotico, incline all'alcolismo e a violenti scatti d'ira. Lo indirizza alla scuola del genio militare di Pietroburgo che Fёdor frequenta malvolentieri mostrando una predisposizione per lo studio delle lingue e della letteratura. Durante l'adolescenza perde la madre da lungo tempo ammalata. A questa morte fa seguito a distanza di pochi anni quella del padre, ucciso forse dai contadini che lavorano le sue stesse terre. Furono forse questi traumi alla base delle crisi epilettiche che segneranno la vita dello scrittore e che attribuirà al principe Myshkin nell'Idiota. Portati a termine gli studi tecnici, a venticinque anni pubblica Povera gente, che ottiene un immediato successo, e il Sosia, incentrato sul tema del doppio. Arrestato per l'adesione ad un circolo culturale di matrice socialista, fu condannato a morte per fucilazione, pena commutata all'ultimo momento in una condanna ai lavori forzati. Da questa esperienza maturerà più tardi l'opera Memorie da una casa di morti, affresco realistico del duro lavoro dei forzati. Nel 1862 pubblica Umiliati e offesi e dopo qualche anno le vicenda di un giovane emarginato in Memorie dal sottosuolo. Nel 1866 vede la luce il grande romanzo Delitto e Castigo e più tardi, Il giocatore, incentrato sulla malattia del gioco di cui lo stesso scrittore è vittima. A quarantasei anni, sposa, in seconde nozze, la sua stenografa ventiduenne e trova quella stabilità di cui aveva bisogno per dedicarsi completamente alla scrittura. L'Idiota e I demoni vedono la luce durante un lungo viaggio in Europa intrapreso con la moglie, mentre è del 1879 il capolavoro I Fratelli Karamazov
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