Oggi è la I°giornata internazionale delle bambine e delle ragazze: Io, Nojoud, dieci anni, divorziata.
Oggi è la I°giornata internazionale delle bambine e delle ragazze.
Lo slogan è: la mia vita, il mio diritto, la fine dei matrimoni precoci. A livello globale, quasi 400 milioni di donne di età compresa tra 20 e 49 anni (oltre il 40%, del totale) si sono sposate in minore età. I matrimoni precoci mettono le ragazze a rischio di gravidanze precoci e indesiderate, con conseguenze che possono portare anche alla morte.
Noi dell'Isola aderiamo al movimento globale contro i matrimoni precoci e richiamiamo la vostra attenzione su questo tema importante con questa recensione di Tania.
Lo slogan è: la mia vita, il mio diritto, la fine dei matrimoni precoci. A livello globale, quasi 400 milioni di donne di età compresa tra 20 e 49 anni (oltre il 40%, del totale) si sono sposate in minore età. I matrimoni precoci mettono le ragazze a rischio di gravidanze precoci e indesiderate, con conseguenze che possono portare anche alla morte.
Noi dell'Isola aderiamo al movimento globale contro i matrimoni precoci e richiamiamo la vostra attenzione su questo tema importante con questa recensione di Tania.
Ali nata in Yemen
nel 1988, a otto anni è costretta a sposare un uomo di trent'anni. A dieci anni,
grazie al suo coraggio, alla forza di volontà e all'aiuto di un avvocato,
riesce ad ottenere il divorzio dal suo aguzzino diventando la bambina divorziata più
giovane al mondo
IO, NOJOUD, DIECI ANNI, DIVORZIATA
IO, NOJOUD, DIECI ANNI, DIVORZIATA
NOJOUD ALI
PIEMME BESTSELLERS
€ 9.00
Incipit:
C'era una volta una terra magica, dalle leggende incredibili quanto le sue
case, che sembrano fatte di marzapane e sono ornate di piccole linee sottili
simili a tracce di zucchero a velo.
Questa terra si chiama Yemen. Ma, tanto tempo fa, i grandi decisero di darle il
nome di Arabia Felix, Arabia Felice.
Perchè lo Yemen fa sognare.
TRAMA:
Nojoud è una bambina yemenita che vive in uno sperduto villaggio dal quale,
insieme ai genitori, sarà costretta alla fuga per circostanze all'inizio
imprecisate ma, come scoprirà più tardi, per insabbiare la vergogna della
gravidanza della sorella maggiore, rapita, violentata e costretta poi a sposare
il suo rapitore. La famiglia fugge nella capitale a San'aa, una grande città dove, se non hai
lavoro, sopravvivere è difficile. Il padre non riesce a trovare lavoro e
riversa tutte le sue frustrazioni e speranze sui figli che, invece di
ricevere un'istruzione come sognato, si arrabattano alla meno peggio mendicando
in strada per portare a casa almeno un pezzo di pane per tante bocche da
sfamare. Questo il motivo che spinge il padre di Nojoud a cederla in sposa a soli nove anni
ad un uomo di trenta. Nel giro di un mese la piccola si ritrova sposata a Faez Ali Thamer, un
trentenne addetto alle consegne che lavora con la sua motocicletta.
Dopo il giorno del matrimonio, celebrato in modo spiccio e squallido, Nojoud è
costretta a lasciare la scuola, la sorella e la famiglia e a seguire il marito
nella nuova città, a Kharji. «"Mabruk! Mabruk!". Gli occhi fissi sul mio piccolo corpo nudo, mia
suocera mi da dei buffetti sulle guance per farmi riprendere del tutto. Spalanco gli occhi e vedo il disordine e la confusione della camera da letto. E
lui, su quella stuoia che dorme come un ghiro, un vero ''wahesh'', un
mostro...e, sul lenzuolo tutto stropicciato, un filo di sangue.» Dopo la ''prima notte'', presa con violenza, iniziano per Nojoud, giorni di
altra violenza, fisica e morale. Finché un giorno le viene concesso di andare
in visita alla sua famiglia a San'aa. I genitori, dopo aver ascoltato le
violenze subite da Nojoud, le confessano di non poterla aiutare per paura e per
le ingenti difficoltà economiche. La seconda moglie del padre le suggerisce
invece di fuggire, trovare un avvocato e chiedere il divorzio. Ed è ciò che la
piccola fa, dopo aver dismesso i panni di bambina e indossato nuovamente
l'odiato, ma in quel caso utile, ''niqab'' scappa in un tribunale alla ricerca
di una persona di legge, di un giudice o di un avvocato in grado di poterla
aiutare. Sarà all'inizio un magistrato a prendersi cura di lei, accogliendola nella
propria dimora. La sua causa verrà poi sostenuta dall'avvocato Chadha Nasser che
le presterà il suo aiuto gratuitamente per vincere lacausa verso la
libertà.
In Yemen esiste una legge che vieta rapporti sessuali con minori di quindici anni,
anche se un emendamento del 1999 rifacentisi all'esempio del profeta
Maometto che prese in moglie Aisha ancora bambina, acconsente alla consumazione
della prima notte di nozze dopo pagamento della dote alla famiglia della bambina,
ma vieta comunque i rapporti sessuali con le spose bambine fino a
che non abbiano avuto il primo ciclo mestruale. Davanti al giudice
l'avvocato accuserà così il marito di aver infranto la legge, violentando
la moglie, una bambina di nove anni.
Il giudice proporrà a Nojoud di riprendere la vita matrimoniale dopo cinque anni da
quello stesso giorno, ma l'avvocato respingerà la proposta.
Sarà Il 15 aprile 2008 che il tribunale concederà a Nojoud il divorzio in cambio di mille ryal (circa trecentosessantaeuro) come risarcimento al
marito a causa dell'interruzione del contratto matrimoniale. Il denaro, viste le gravi con dizioni di povertà della famiglia di Nojoud, verrà
raccolto con una colletta per iniziativa dello Yemen Times, e per Nojoud si
apriranno le porte di Parigi e delle scuole.
La Storia di Nojoud ha avuto un ''lieto fine'': ripresi gli studi interrotti
dalla brutalità di una cultura essenzialmente "al maschile" ha scritto poi la sua autobiografia.
Quando comprai questo libro, sin dalle prime pagine la storia di questa bambina coraggiosa, sveglia e determinata mi coinvolse, trascinandomi in balia di emozioni contrastanti. Provavo gioia nel vedere quanto, seppur in un contesto di ignoranza, fosse determinata e scaltra una bambina di nove anni (io a nove anni giocavo coi lego e la cosa più brutta che mi potesse mai capitare era la morte di Anthony e la disperazione di Candy Candy). Parallelamente pensavo: "PASSATEMI UN MACHETE O UN BAZOOKA che ci penso io ".
Dispiacere, rabbia e impotenza verso tutte quelle donne, spose bambine, che a differenza di Nojoud non ce l'hanno fatta e non ce la fanno a tutt'oggi contro la "legge dell'uomo."
Quando comprai questo libro, sin dalle prime pagine la storia di questa bambina coraggiosa, sveglia e determinata mi coinvolse, trascinandomi in balia di emozioni contrastanti. Provavo gioia nel vedere quanto, seppur in un contesto di ignoranza, fosse determinata e scaltra una bambina di nove anni (io a nove anni giocavo coi lego e la cosa più brutta che mi potesse mai capitare era la morte di Anthony e la disperazione di Candy Candy). Parallelamente pensavo: "PASSATEMI UN MACHETE O UN BAZOOKA che ci penso io ".
Dispiacere, rabbia e impotenza verso tutte quelle donne, spose bambine, che a differenza di Nojoud non ce l'hanno fatta e non ce la fanno a tutt'oggi contro la "legge dell'uomo."
Buona lettura,
Tania
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