Jake Edwin Kennedy è conosciuto al pubblico come Jake Bugg. Sentendolo cantare ad un concerto al liceo, dei suoi amici, gli propongono di partecipare a Britain's Got Talent o X Factor UK, consapevoli del fatto che con la sua voce avrebbe impressionato la giuria. Il ragazzo però si rifiuta dicendo che non lo avrebbe mai fatto perché intende questi talent come qualcosa di finto e costruito. E sono proprio la sua autenticità e semplicità le chiavi di svolta che lo rendono un ottimo cantante nella musica indie.
In questo momento storico-musicale in cui ci si concentra più sui fallimenti dei cantanti prima ancora che questi diventino famosi (es. The Vaccines, Mumford & Sons), tralasciando il fatto che stiano facendo qualcosa di diverso e originale rispetto alla "moda" del momento, Jake Bugg è un cantautore di talento e avendo solo 20 anni ha tutto il tempo di sperimentare. Anche se è stato etichettato come il Bob Dylan delle Midlands Orientali, la sua musica è un po' un prodotto degli ultimi 20 anni della musica pop britannica, con accenni all'indi-skiffle (jazz, country, blues e folk). Ci sono riferimenti musicali a gruppi come i Libertines e gli Artic Monkeys. Bugg però ama il folk psichedelico degli anni '60, scrive su vicende o luoghi poco affascinanti e insalubri. "Seen it all" e "The ballad of Mr. Jones" ne sono un esempio, nel primo caso un ragazzo si lascia "cadere" nelle mani "una pillola o anche due" per poi essere trascinato ad una festa a casa di un gangster dove "tutti qui hanno un coltello" e sicuramente le cose non potranno che finire male; con l'altro brano un guardone scruta dalla periferia con sguardo truce i passanti. L'ufficio turistico di Nottingham, città natale del cantautore, ne sarà stata entusiasta. Jake Bugg ha un piglio accigliato, ma probabilmente è solo una facciata accuratamente costruita che nasconde un'animo vulnerabile e contemplativo. La dolce "Simple as this" o la rassicurante "Note to self", in cui la voce di Jake è accompagnata da una semplice chitarra assumono una saggezza innaturale; "Broken" di una tale bellezza imponente ed elegante che risulta difficile credere che essa sia stata scritta da un ragazzo trasandato e a malapena in grado di farsi la barba. In "Two fingers" parla della sua adolescenza da scavezzacollo trascorsa per strada. Il suo piccolo mondo, fatto di ragazzini emarginati sta per cambiare. Questo suo primo album, incredibilmente melodico e pieno di intelligenza rara, è la testimonianza che Jake Bugg è pronto per affrontare il grande mondo.
In questo momento storico-musicale in cui ci si concentra più sui fallimenti dei cantanti prima ancora che questi diventino famosi (es. The Vaccines, Mumford & Sons), tralasciando il fatto che stiano facendo qualcosa di diverso e originale rispetto alla "moda" del momento, Jake Bugg è un cantautore di talento e avendo solo 20 anni ha tutto il tempo di sperimentare. Anche se è stato etichettato come il Bob Dylan delle Midlands Orientali, la sua musica è un po' un prodotto degli ultimi 20 anni della musica pop britannica, con accenni all'indi-skiffle (jazz, country, blues e folk). Ci sono riferimenti musicali a gruppi come i Libertines e gli Artic Monkeys. Bugg però ama il folk psichedelico degli anni '60, scrive su vicende o luoghi poco affascinanti e insalubri. "Seen it all" e "The ballad of Mr. Jones" ne sono un esempio, nel primo caso un ragazzo si lascia "cadere" nelle mani "una pillola o anche due" per poi essere trascinato ad una festa a casa di un gangster dove "tutti qui hanno un coltello" e sicuramente le cose non potranno che finire male; con l'altro brano un guardone scruta dalla periferia con sguardo truce i passanti. L'ufficio turistico di Nottingham, città natale del cantautore, ne sarà stata entusiasta. Jake Bugg ha un piglio accigliato, ma probabilmente è solo una facciata accuratamente costruita che nasconde un'animo vulnerabile e contemplativo. La dolce "Simple as this" o la rassicurante "Note to self", in cui la voce di Jake è accompagnata da una semplice chitarra assumono una saggezza innaturale; "Broken" di una tale bellezza imponente ed elegante che risulta difficile credere che essa sia stata scritta da un ragazzo trasandato e a malapena in grado di farsi la barba. In "Two fingers" parla della sua adolescenza da scavezzacollo trascorsa per strada. Il suo piccolo mondo, fatto di ragazzini emarginati sta per cambiare. Questo suo primo album, incredibilmente melodico e pieno di intelligenza rara, è la testimonianza che Jake Bugg è pronto per affrontare il grande mondo.
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