Passa ai contenuti principali

Un comunicato dalla Marcos Y Marcos




traduzione di Maurizia Balmelli
Gli alianti
368 pagine 18 euro
in libreria dal 9 aprile
“Perché ci dicono sempre che se crediamo in lui Dio risponderà alle nostre preghiere? Perché non può essere lui a fare la prima mossa?”

Miriam Toews
I MIEI PICCOLI DISPIACERI

Si è fatta conoscere nel mondo conUn complicato atto d’amore, ci ha conquistato con In fuga con la zia eMi chiamo Irma Voth.
Con I miei piccoli dispiaceri, Miriam Toews supera se stessa e ci regala uno di quei romanzi rari e stupefacenti che riempiono di commozione e gioia profonda.

La storia è semplice e nasce da un’esperienza dolorosa di Miriam: il suicidio dell’amatissima sorella.
Ma proprio qui Miriam rivela tutto il suo genio e la sua umanità.

La narrazione di una sventura si tramuta sempre più in un inno incredibile alla vita, alla debolezza e al coraggio, alla musica del mondo che ci chiama.
E tutto senza un filo di sentimentalismo, anzi, con un umorismo che colpisce al cuore, con una lucidità che è un dono inestimabile.
Yoli, la sorella dalla vita sgangherata, Elfie, la sorella pianista di successo, Nora, la quattordicenne favolosa, la nonna, discepola della vita, fagotto rubensiano di carne e cicatrici, Nic, che piange senza saperlo, Claudio, che crede nella musica come medicina universale… diventano, per trecento pagine, i nostri amici più veri.

I miei piccoli dispiaceri è un capolavoro che ha conquistato premi, recensioni e classifiche sia in Canada che negli Stati Uniti.
Bibliotecari, librai, critici severissimi della rete, del Washington Post e del New York Times l’hanno celebrato tra i romanzi più belli del 2014.

La versione italiana è scritta da Maurizia Balmelli, grande traduttrice che su questo romanzo ha lasciato pezzi di cuore.


Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo