GLI INFINITI BATTITI DEL MIO CUORE
(Conosciuto come IL MIO CUORE TI APPARTIENE)
ALESSIO PULEO
ED. LA FELTRINELLI €7.56
Questo è il secondo romanzo dell'emergente e poliedrico Alessio Puleo, giovane ex carabiniere con la passione per le parole e il teatro. Dopo il successo de La Mamma dei Carabinieri, Alessio, esce col suo secondo romanzo, trattando però un tema ben diverso.Un tema importante nel sociale quotidiano: la donazione degli organi.
Trama:
Ylenia, giovane e bella adolescente si trasferisce coi genitori in Toscana dalla lontana Colombia. La giovane non immagina neanche lontanamente il motivo del trasferimento del padre in Italia e, all'inizio, spaesata e confusa, rimpiange scuola, amici e tutto ciò che è legato alla sua amata terra tanto lontana.
Ma non è per un gioco crudele dei crudele dell'azienda del padre che la ragazzina è stata strappata alla sua terra...Yelenia è gravemente malata e, l'Italia, rappresenta una speranza di guarigione per lei, ignara di tutto.
Inizia a frequentare un liceo della zona di Cecina, dove sin dal primo giorno conoscerà Ale, un coetaneo vivace, allegro e dal cuore grandissimo.
Giorno dopo giorno la loro amicizia così agli opposti, tanto inafferrabile e debole lei quanto premuroso e generoso lui, li porterà a veder sbocciare l'amore. Un amore adolescenziale ma puro e forte come solo pochi ne esistono, un amore che, dalla morte oramai certa, aprirà le porte alla salvezza di Ylenia. Sarà l'amore e il cuore grande di Ale che unirà per la vita, nel senso più realistico della parola, i due personaggi.
Un romanzo che parla di adolescenti, ma non solo per adolescenti. Un tema forte e ancora poco sentito in Italia quello della donazione degli organi. Alessio lo affronta in modo semplice, ma molto toccante, sensibilizzandoci al problema come nessuno prima di oggi abbia mai saputo fare, dando vita a personaggi realistici.
Romanzo piacevole, scorrevole, capace di tenere incollati alla sedia capitolo dopo capitolo.
Alessio Puleo ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande. Conosciamolo meglio
Tania: Buongiorno Alessio e benvenuto sull'Isolachenonc'è
Da
carabiniere a scrittore e attore, quale è stata la scintilla che ti ha spinto a
lasciare una carriera in prima linea come quella dell'Arma per quella della
carta e dello "spettacolo"?
Alessio: La passione! L’amore per la
scrittura o per la recitazione, sono sempre state molto forti in me. Ammetto però che i motivi per cui ho lasciato le forze dell’ordine non
sono di certo solo questi.
Ho cominciato a fare il
carabiniere quando il servizio di leva era
obbligatorio, ed ancora oggi ne
vado fiero. Ma sapevo già che tutto sarebbe finito. I miei genitori, dopo una
vita di duro lavoro e tanti sacrifici, avevano aperto una pasticceria per dare
un futuro a noi figli, ed io non avevo intenzione di deluderli per nessun
motivo al mondo non occupandomene.
Ancora oggi quella pasticceria
mi dà modo di potermi ritenere tra i più fortunati che, in un periodo di crisi
come questo, ancora lavorano.
Ne
"La Mamma dei carabinieri" ci racconti l'affascinante vita di Mimma
Lupo, una Donna forte, che non si è mai data per vinta nonostante le difficoltà
e i soprusi subiti. Una donna che si è sempre prodigata per voi ragazzi di
Borsellino. Cosa hai provato durante il periodo di guardie in cui hai
conosciuto Mimma?
Nel 2001,
decisi di prestare il servizio di leva nell’Arma dei carabinieri. Fu proprio in
quell’anno che conobbi Zia Mimma,
durante uno dei miei servizi di vigilanza svolti davanti casa del buon giudice
Paolo Borsellino. Mimma abitava proprio di fronte quella casa e il primo giorno
di servizio mi si presentò davanti con il cappello dell’Arma e i gradi sulla
giacca. Inizialmente pensavo fosse fuori di testa, ma quando cominciò a
parlare, capii che quella donna
ragionava benissimo. Tutti le portavano rispetto: dai gradi semplici,
agli ufficiali. Zia Mimma ci stava
sempre accanto, dispensava consigli, ma anche rimproveri. Stava con noi 24 ore
su 24, sotto il sole e sotto la pioggia. Ci portava di tutto: caffè, thè,
panini…e tanto altro ben di Dio. Fu proprio per questo che era stata da noi
ribattezzata con il nome di “Mamma dei carabinieri”. Si comportava insomma come
una vera mamma, e per tutti i giovani carabinieri provenienti da altre regioni
e quindi lontani dagli affetti familiari, lei era un vero punto di riferimento a
cui confidarsi. Io intuì subito che alla base di questo suo comportamento c’era
qualcosa, e così domanda dopo domanda, nelle sei ore giornaliere che
trascorrevo con lei, scoprì cos’era che la spingeva a fare tutto questo:
un’incredibile storia d’amore con un brigadiere dei carabinieri cominciata nella Palermo degli anni 30. Decisi che quella
storia non poteva andare persa quando un giorno lei se ne fosse andata per
sempre: era una storia che tutti dovevano conoscere!
All'epoca
della strage di Capaci e di Via D'Amelio eri ancora piccolo, come hai vissuto
quel periodo e quali le tue emozioni dopo tanti anni e " sul campo? "
Avevo soltanto 11 anni quando la
mafia decise di strappare via da questo mondo due persone meravigliose come Paolo
Borsellino e Giovanni Falcone. Nonostante io sia da sempre vissuto in un paese
purtroppo conosciuto per la mafia (Cinisi, il paese di Peppino Impastato e Tano
Badalamenti!), quello fu il momento in cui cominciai a prendere consapevolezza
di ciò che era questa triste realtà.
Anche se a distanza di 9 anni, è
per me stato un grande onore aver prestato servizio di vigilanza ai familiari del
giudice Borsellino, uomo che per tutti resterà immortale nei nostri cuori!
Il mio
cuore ti appartiene (io ho questa edizione del romanzo), come mai la scelta di
cambiare titolo?
La scelta più che mia è stata
della casa editrice. Adesso infatti lo stesso libro si ritrova il libreria con
sotto il nome de “Gli infiniti battiti del mio cuore”.
Confesso che dopo essere già
stato pubblicato con un titolo non ero affatto d’accordo nel ripubblicarlo
sotto un altro titolo, ma la scelta è stata della casa editrice.
Dal canto mio mi impegno a ripetere a tutte le persone che mi seguono che: “Gli
infiniti batti del mio cuore” e “Il mio cuore ti appartiene”, sono
assolutamente lo stesso libro, sebbene copertina e titolo siano diversi!
Nel tuo ultimo romanzo affronti un tema
altrettanto forte ma differente da quello di Mimma Lupo, trapianto e donazione
di organi. Come mai la scelta di un tema scottante e spesso messo in sordina?
Nella vita si tende a parlare
tanto delle cose belle e le cose brutte spesso e volentieri vengono messe da
parte, perché si pensa che accadono sempre agli altri, senza tener conto che
gli altri siamo anche noi! Anch’io mi sono ritrovato in questa situazione, ma
invece di mettere la testa sotto la sabbia, ho deciso di creare un polverone.
Per quanto riguarda la donazione di organi, mi sono reso conto che il problema
maggiore non era che le persone ne erano contrarie, ma il fatto che non se ne
parlava affatto. Così con carta e penna ho fatto in modo che invece se ne
parlasse. Ed oggi le soddisfazioni sono tante, specialmente quando riesco a
conquistare i cuori dei più giovani, perché sono proprio loro a vivere questi
tempi e saranno proprio loro a parlane ai propri figli ed ai figli dei figli.
Ultima domanda : Nuove bozze nel
cassetto? Io ci spero....
Un terzo libro è già pronto ed in attesa di pubblicazione.
Riguarda ancora un tema delicato di cui forse per vergogna se ne parla davvero poco. Il romanzo è ambientato durante la seconda guerra mondiale, una
bella storia d’amore, purtroppo proibita a causa dell’ignoranza dei tempi che
furono e che ancora oggi ci
perseguitano. Parlo di omosessuali pieni di valori e principi, che poco importavano
all’interno di Auschwitz !
Tania Carlini
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