Passa ai contenuti principali

La canzone di Achille di Madeline Miller

Editore: Marsilio

Collana: Universale economica Feltrinelli

Traduttore: M. Curtoni - M. Parolini

Pagine: 382 p., Brossura

Formato: Tascabile

Il romanzo ripercorre la storia di Achille e Patroclo, dall'esilio di Patroclo adolescente all'incontro con Achille, per poi narrare il loro soggiorno sull'isola di Chirone, l'amore tra i due giovani, la guerra di Troia e infine la morte e il successivo incontro nell'Ade dei due eroi. Patroclo è il narratore in prima persona con voce delicata e amabile che accompagna il lettore attraverso le pagine del romanzo. Intende narrare i momenti più salienti della sua vita trascorsi al fianco dell'eroe, dell'invincibile Achille offrendoci un ritratto di lui piuttosto umano, un uomo come lui che si destreggia in un mondo dominato dai capricci degli dèi e semi-dèi nonchè da Re che si sentono immortali. Achille e Patroclo non sono altro che uomini nelle mani del Fato. Per Achille, Patroclo è philtatos il più caro e vicino al suo cuore, il loro è un amore delicato e passionale, innocente e forte e destinato a durare oltre la morte. La Miller ci permette di vedere sotto una nuova prospettiva la storia dei due giovani e di empatizzare con i personaggi principali. Madeline Miller racconta una storia d'amore, in mezzo ai granitici capi greci, alla violenza, ai giuramenti e a terribili divinità. Personalmente trovo che "La canzone di Achille" sia davvero un ottimo libro, che ci mostra quella parte di storia da sempre ignorata, la storia di un amore, l'amore forte che unisce Patroclo e Achille che va oltre gli interessi materiali e passionali degli altri guerrieri. Un libro per poter combattere l'omofobia e il pregiudizio ancora molto forti in molti giovani. 

Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo