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L'amore platonico

Quando qualcuno dice di avere una relazione platonica intende un amore non sessuale con un'altra persona. Questo tipo di amore più spirituale che fisico è uno dei concetti più ampiamente fraintesi della filosofia di Platone. L'opera nella quale il filosofo greco fornisce la sua definizione più chiara di amore è il Simposio, un resoconto di una festa a cui hanno partecipato a casa del poeta tragico Agatone, Socrate e altri personaggi illustri di Atene. Ogni ospite deve tenere un discorso breve sulla natura dell'amore: dopo aver ascoltato tutti i presenti Socrate prende la parola e racconta ciò che una donna saggia, Diotima di Mantinea, gli insegnò sulla natura dell'amore. Secondo il racconto di Diotima l'amore è una scala in cui l'amante sale una serie di gradini. Inizia amando una persone con un bellissimo corpo poiché i sensi scatenano l'eros. Mano a mano che progredisce in saggezza si rende conto che ciò che ama nel bellissimo corpo si può trovare in altri corpi, forgiando così una nozione categorica di bellezza e iniziando la ricerca dell'idea di base di questa nozione. Passa quindi ad amare qualcuno per la sua mente, ma presto si rende conto che altre menti sono altrettanto adorabili. Alla fine arriva ad amare la bellezza in quanto tale, l'idea perfetta, incorruttibile e sempre uguale a se stessa, e non specifiche persone. L'amore è quindi il desiderio che eleva l'anima alla conoscenza delle Idee, Forme astratte ed eterne, essenza delle cose da cui scaturisce ciò che noi chiamiamo realtà.



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L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo