Tra lande dure e monotone, in una desolazione senza pari, “tra cime assolutamente sconosciute ai turisti, in quella antica regione delle Alpi che penetra in Provenza” dove l’unica vegetazione che vi cresce è la lavanda selvatica, un pastore, Elzeard Bouffier, trascorre la maggior parte del suo tempo a piantare ghiande. E continua sua opera senza sosta anche durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Il suo scopo è quello di dare vita alla natura che lo circonda e, nel corso degli anni, il suo paziente lavoro produce bellissimi frutti. Scritto nel 1953 dal francese Jean Giono, L'homme qui plantait des arbres , tradotto in italiano in L’uomo che piantava alberi, è la storia di un amore per la natura, o più precisamente di una “politica dell’albero” per usare una espressione dello stesso autore, anche se “la parola politica sembra non corrispondente”. Simboli atavici di stabilità e saggezza, espressioni della grandezza del cosmo, gli alberi fin dagli inizi hanno fornito cibo