Passa ai contenuti principali

Filosofia in pillole: Buddha

Per molti il buddismo è una filosofia o uno stile di vita capace di risolvere molti dei problemi della società materialistica occidentale. 
Il Buddha (letteralmente "risvegliato") storico, noto anche come Gotama  Buddha o Siddartha Gautama, è uno dei più importanti pensatori asiatici e maestri spirituali di tutti i tempi. Nato in una famiglia reale, si rese conto crescendo che la ricchezza e il lusso non erano garanzia di felicità, per questo decise di trovare la chiave della felicità dedicandosi allo studio e alla meditazione.  
Comprese che era l'ignoranza alla base della infelicità, la presunzione che ci fosse un "io" il cui aspetto caratteristico era "l'attaccamento", per cui la separazione da ciò che piace e il non poter avere ciò che si desidera causa dolore. Liberarsi dall'ego-centrismo e dall'attaccamento, aprirsi verso gli altri con atteggiamento compassionevole e considerare la propria esistenza in funzione di una più ampia totalità: per il Buddha la perfezione morale significò raggiungere uno stato della mente che si astiene completamente dal danneggiare  se stesso ma anche tutti gli altri esseri senzienti. 
Ama il tuo nemico, apriti, non giudicare: furono alcuni dei suoi insegnamenti. 
Una particolarità: nei santuari buddisti  davanti all'ingresso ci sono due guardiani, all'interno il Buddha seduto ai piedi dell’albero della  vita.
I due guardiani rappresentano la paura e le emozioni perturbatrici (la possessività, la bramosia...).
Si dice che se le due figure all'entrata del tempio sembrano minacciose al visitatore che vuole accedervi, questo significa che il visitatore  è ancora attaccato all'esistenza dell’Io. 
Ma se si considera la propria esistenza in funzione di una più ampia totalità, se si trascende l'Io espandendolo al di là delle individualità condizionata dai desideri, se si raggiunge cioè uno stato mentale completamente libero dal sé-centrismo, le due figure non fanno paura.










Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione continuamente rinnovantesi sui problemi dell'esperienza umana questa deve essere la logica d'insegnamento del filosofare che si arricchisce attraverso lo studio dei classici e il dialogo con gli autori del passato. Questo è il metodo zetetico (da zetesis = indagine) auspicato da Kant. Seguendo questo metodo, l'insegnante di filosofia, nella scuola, potrebbe decidere di trattare una sola tematica, magari partendo da una ricerca aperta sui problemi rilevanti per il mondo giovanile, con le finalità di guidare i discenti all'esercizio del pensiero critico fino a un ampliamento

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1598  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain  teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  Shakespeare era alla sua prima tragedia, e la tragedia non era ancora il suo forte.   La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical histo