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Platone


Platone nacque nel 428-427 aC, ad Atene, in un'epoca in cui la democrazia ateniese era già ben sviluppata. Apparteneva a una famiglia benestante e aristocratica, pertanto seguì il consueto curriculum di studi per i membri dell'aristocrazia ateniese: grammatica, logica, retorica, aritmetica, geometria, musica, astronomia, ginnastica, giochi. Fondò una sua scuola, l'Accademia, che può essere considerata la prima università del mondo occidentale. L'Accademia fiorì per oltre 400 anni e che attirò studenti da tutta la Grecia, compreso Aristotele. La posizione di Platone come padre della filosofia occidentale è incontrastata. Il filosofo e matematico britannico Alfred North Whitehead definì la filosofia europea "una serie di note a Platone", mentre il filosofo idealista Hegel affermò che Platone aveva costituito "un'epoca nella storia filosofica". Anche se non fu il primo a confrontarsi con domande chiave come "di che cosa è fatto il mondo?", "cosa sappiamo del mondo?', "come dovremmo vivere?", "come dovrebbe essere organizzata la società?",  "perché ci piacciono le cose belle?" "quali sono le origini del male e del vizio?" le affrontò in modo così provocatorio, appassionato e affascinante da definire la filosofia occidentale. Gran parte della filosofia di Platone può essere vista come una risposta ai primi pensatori greci. Ciò che era ovvio per molti dei primi filosofi greci era che viviamo in un mondo che non è una facile fonte di conoscenza vera, cioè eterna, immutabile. Il mondo è in continuo cambiamento. Le stagioni riflettono il cambiamento. Niente è mai permanente: le persone, gli animali e gli alberi vivono e poi muoiono. Anche il presente inganna: i nostri sensi della vista, del tatto e del gusto possono deluderci di tanto in tanto. Quella che sembra essere acqua all'orizzonte del deserto è in realtà un miraggio.  La metafisica di Platone può essere intesa come una via di mezzo tra l'insistenza di Eraclito sul cambiamento e l'insistenza di Parmenide sulla stasi. Spiega che il mondo fisico è in continuo mutamento, come teorizzava Eraclito, ma che al di sopra di esso c'è il mondo astratto delle forme (Iperuranio) eterne e immutabili, come teorizzava Parmenide, che può essere esplorato attraverso l'analisi, la ragione pura, e di cui le forme mutevoli non sono che un'apparenza. L'ampio contatto con i circoli pitagorici consolidò la sua passione per la matematica, ma fu Socrate ad aver avuto la maggiore influenza su Platone, con la sua vita non convenzionale, il suo rigoroso esame delle norme morali e sociali e la sua tragica morte. 

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