Chi non ha sentito parlare di Alice e del suo viaggio nel “Paese delle Meraviglie”? Del proverbiale Bianconiglio, dello Stregatto e del Cappellaio Matto? I libri di Alice di Lewis Carroll ("Alice nel paese delle meraviglie"del 1865 e il secondo volume del 1871 "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò") sono probabilmente altrettanto saldamente radicati nella coscienza culturale quanto l'"Amleto" di Shakespeare o il "Faust" di Goethe. Dalla loro pubblicazione nel 1865, le storie di Lewis Carroll sono state un successo incredibile. Si stima che nel 1870, cioè solo nei primi cinque anni dalla pubblicazione di Alice nel Paese delle Meraviglie, in tutto il mondo fossero già stati venduti 15.000 libri. Un successo unico nella letteratura europea, che illustra non da ultimo il dominio culturale dell'Impero britannico all'epoca. Poco dopo la pubblicazione dell’edizione originale, le traduzioni erano già disponibili in quasi tutte le lingue europee.
Storia di un work in progress
Il libro Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie è un libro che continua dopo la pubblicazione a trasformarsi in forme nuove, ispirando musicisti, pittori, poeti, scrittori e compositori. Sono state create opere, operette e musical, parodie, plagi, adattamenti, nuove edizioni illustrate, centinaia di tentativi di approfittare della sua fama (gli editori ribattezzarono i loro libri nella speranza di attirare nuovi lettori: a esempio, una delle prime edizioni americane di Pinocchio apparve come Le avventure di Pinocchio nel paese delle meraviglie ) e oltre 60 adattamenti cinematografici il più famoso dei quali è uno degli anni '50 di Walt Disney che mostrò un'armonia fiabesca tra Alice e i personaggi del Paese delle Meraviglie, che raramente era presente nel libro, enfatizzando eccessivamente gli aspetti idilliaci e teneri della storia e che, ancora oggi, definisce l'immagine sfocata del Paese delle Meraviglie nella mente delle persone. Nelle storie di Lewis Carroll gli abitanti del Paese delle Meraviglie non perdono occasione per criticare Alice e comportarsi in modo piuttosto ostile nei suoi confronti. Strane creature (il Cappellaio Matto, il Gatto del Cheshire, la Duchessa Brutta, la Finta Tartaruga, le carte da gioco parlanti con la loro Regina e molti altri) vivono in questo mondo da sogno secondo la loro logica senza senso, e quasi tutte le creature che Alice incontra sono irritabili piuttosto che “coccolose”. Anche il “bonaccione” Gatto del Cheshire ha artigli molto lunghi e moltissimi denti. Alice stessa si ritrova ripetutamente minacciata dal suo stesso sogno, ripetutamente sul punto di trasformarsi in un incubo. Nell'altrove immaginario, in cui Carroll la spedisce dritta dalla tana di un coniglio, oltre al pericolo di essere giustiziata o di essere “spenta come una candela”, Alice in vari momenti rischia di rompersi il collo contro un soffitto o di essere calpestata sotto i piedi di un cucciolo di cane gigante. Inoltre, nel corso delle sue avventure viene scambiata per una cameriera, un serpente, un vulcano, un fiore e un mostro. La domanda sull’identità "Who in the world am I?" è una domanda a cui Alice fa fatica a rispondere nel suo viaggio in un mondo sottosopra, in una terra di non senso e in continua trasformazione. Quando il Brucaliffo le chiede "Chi sei?" riceve una risposta incerta: "Io – non lo so, signore, per ora - almeno so chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma penso di essere cambiata più volte da allora."
Quali sono le leggi di questo mondo che serpeggia accanto al nostro?
Dopo circa 160 anni dalla
pubblicazione, la ricerca di significato dietro le fantastiche escursioni di
Alice nel mondo delle meraviglie ha provocato molte teorie elaborate, e ancora
oggi, Alice si rivela difficile da definire ma capace di esercitare una forte
presa sull’immaginario collettivo. Sia che venga vista come un'icona
dell'innocenza o un'opportunità per mettere in atto le fantasie più inquietanti,
la ragazzina dal volto inespressivo resa famosa dalle illustrazioni
originali dell’illustratore e fumettista John Tenniel è diventata una
macchia d'inchiostro culturale che possiamo interpretare nel modo che preferiamo.
I surrealisti francesi videro
la scrittura di Carroll come l'articolazione di un subconscio libero dalle
convenzioni.
Quando negli anni '60 l'uso
delle droghe leggere divenne socialmente accettabile, i sostenitori della
liberalizzazione dell'uso delle droghe si riferirono ad Alice nel Paese delle
Meraviglie. Nella cultura pop, canzoni come "White Rabbit" dei
Jefferson Airplane del 1967 incoraggiarono un'intera generazione di
lettori a pensare al viaggio di Alice sottoterra come a un altro tipo di
viaggio. Il Bruco che fuma il narghilè e
il suo fungo magico furono i primi a essere associati all’idea che il Paese
delle Meraviglie fosse un'allegoria sottilmente velata sull'uso della
droga. E anche la canzone di Paul McCartney "Lucy in the Sky with
Diamonds" interpreta "Alice nel Paese delle Meraviglie" come un
viaggio con l'LSD. In realtà non ci sono prove che Carroll abbia mai provato
sostanze inebrianti.
I neurologi attestano che i
loro pazienti soffrono di “sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie” quando
hanno una percezione alterata della realtà o del proprio corpo a causa di
emicrania o assunzione di farmaci.
Gli psicologi hanno
recentemente coniato il termine “sindrome della tana del coniglio” per
descrivere il fenomeno per cui le persone si immergono gradualmente sempre più
in un vortice di costrutti mentali speculativi o teorie cospirative da cui
trovano difficile uscirne.
Secondo i pedagogisti Alice
nel Paese delle Meraviglie può essere letta come una parabola sulla crisi
educativa del XIX secolo, basata essenzialmente su una diffusa fede
nell’autorità (la borghesia inglese allevava i suoi figli con mano dura, e nelle
scuole le punizioni corporali erano diffusissime). Secondo
questa interpretazione il libro illumina un mondo in cui un bambino deve farsi
strada nella vita da solo, lontano da tutte le norme educative. Alice spesso si trova a
risolvere i suoi conflitti con le creature del meraviglioso mondo in modo
risoluto e intelligente. Quando un'udienza in tribunale rischia di trasformarsi
in una farsa, Alice difende coraggiosamente l'imputato Fante di Cuori, accusato di aver rubato delle crostate, e gli
salva la vita. (per la trama del libro si veda l'articolo Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie)
Modelli culturali
Nel 1862, nell'Inghilterra vittoriana, pochi ambienti letterari erano affollati quanto l’underground. I modelli più ovvi di Carroll erano i racconti popolari tradizionali che si riferivano al Paese delle Fate come a un mondo sotterraneo e segreto, a cui si accedeva non cadendo in una tana di coniglio ma sfidando l'umidità e l'oscurità di piccoli tumuli (naturali o sepolcrali preistorici) chiamati "fairy knowe" o "knolls". L'Inferno di Dante fu un'altra possibile fonte d’ispirazione: la Porta dell’Inferno di Dante corrispose alla Tana del Coniglio, il Bianco Coniglio a Virgilio e il Cappellaio e i suoi amici a versioni comiche delle anime condannate a trascorrere l'eternità bloccate negli stessi cicli di comportamento punitivi. La fantascienza moderna fornì a Carroll una serie di narrazioni con cui giocare, perché le trame in cui i personaggi scoprivano strane nuove civiltà sotterranee stavano diventando sempre più popolari. Ai tempi di Carroll era in corso una vivace discussione scientifica su cosa sarebbe successo se una persona fosse caduta in una voragine che attraversa la Terra passando dal suo centro. Da qui la decisione di Jules Verne due anni dopo di inviare i suoi esploratori in viaggio al centro della Terra.
“All'improvviso si rese conto di non aver mai visto prima un coniglio con il taschino del panciotto, tanto meno uno con dentro un orologio; e, fuori di sé dalla curiosità, gli corse dietro più velocemente che poteva attraverso il campo, dove, per fortuna, lo vide saltare sotto la siepe in una grande tana di coniglio. In un attimo Alice gli corse dietro, senza nemmeno il minimo pensiero su come diavolo sarebbe riuscita a uscire di nuovo”.
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