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Nietzsche il filosofo dai mille volti (parte III): Il profeta.

Nel Crepuscolo degli idoli , Nietzsche esclama: “Per vivere da solo, devi essere un animale o un dio – dice Aristotele. Ha tralasciato il terzo caso, devi essere entrambi: un filosofo". In questa ultima parte di "Nietzsche il filosofo dai mille volti" esaminiamo alcuni aspetti chiave del contributo di Nietzsche al dibattito sulla natura e lo statuto della  filosofia con concetti come "eterno ritorno", "volontà di potenza", "oltreuomo".  Questi concetti inaugurano una nuova era e mostrano, dopo il metafisico e il distruttore di idoli,  il terzo volto di Nietzsche quello del  profeta. Il profeta Nietzsche appare molte volte nelle sue opere e lettere con nomi diversi come "Zarathustra", "Anticristo", "Sofferente" e "Dioniso", e la più grande profezia che il profeta fa è che i prossimi due secoli saranno l'era del nichilismo. Questa profezia di Nietzsche è descritta nel libro "La volontà di potenza" come un evento storico inevitabile. 

Quello che racconto è la storia dei prossimi due secoli. Descrivo ciò che sta arrivando, ciò che non può più avvenire diversamente: l'avvento del nichilismo”. 

Nietzsche, La volontà di potenza

Ma cos'è il nichilismo. La parola nichilismo fu originariamente usata dai romantici tedeschi. Il nichilismo è la convinzione che non c'è significato nella vita, che il mondo è inospitale per le nostre più alte speranze e valori e che non ci sono dei o scopi superiori per giustificare la nostra sofferenza. Essere un nichilista significa flirtare con la disperazione e il sentimento che la vita non è degna di essere vissuta. Significa assumere un atteggiamento disperato ed esausto antitetico alla vita e  arrendevole nei confronti delle circostanze del momento. Nel 1885, Nietzsche vide lo spettro del nichilismo incombere all'orizzonte della civiltà occidentale, ma allo stesso tempo vide la possibilità di muoversi attraverso il nichilismo per sviluppare nuovi e significativi modi di essere umani. Per Nietzsche, il nichilismo per quanto solitario e doloroso possa essere, è un ponte verso ciò che dall'uomo da branco chiama l' Übermensch. L' Übermensch è la risposta alla crisi esistenziale in cui versa l'uomo una volta appreso che esiste un solo mondo: il nostro. L' Übermensch è l'uomo libero da tutti i falsi valori giudaico-cristiani che postulano che insieme a questa realtà terrena imperfetta, spiritualmente e moralmente degradata, in cui l'essere umano soffre per i suoi peccati contro Dio, esista un'altra realtà perfetta, un paradiso (o un'utopia) dove le anime dei giusti trovano salvezza, redenzione, vita eterna e felicità dopo la morte della loro carne. Perdendo i valori riposti nel mondo oltre la sua portata, l''Übermensch è libero di padroneggiare se stesso, di creare nuovi valori, di sperimentare nuovi modi di vivere e di sbagliare. La "morte di Dio" e quindi la morte della promessa di vita eterna e di norme etiche da rispettare annulla il disprezzo e la rabbia per questo unico mondo "terreno". Senza Dio, gli esseri umani sono soli ed esposti a un universo naturale privo dell'idea confortante di uno scopo dato proprio dalla divinità alle cose. Ma secondo Nietzsche, questo stato di nichilismo non può essere evitato: nella nuova era, gli esseri umani realizzeranno "l'uccisione di dio", smetteranno di proiettare il proprio potere e volontà su di esso e acquisiranno finalmente il potere di affermare pienamente il loro vero io. La fede cristiana negli dei e nei valori, la realtà metafisica platonica ( Nietzsche scrisse notoriamente che "il cristianesimo è platonismo per le masse", intendendo con ciò che la visione cristiana del mondo è una versione modificata del platonismo per cui l'idea come radice di tutta l'esistenza è sostituita da Dio) e il mondo trascendente scompariranno diventando privi di valore e significato. Il nichilismo quindi come conclusione logica e ultima dei grandi valori e ideali dell'Occidente e dell'incantesimo di visioni illusorie del mondo che danno senso alla vita rappresentandola come un viaggio verso la redenzione e cioè verso un arrivo che compenserà lo stress e il disagio del percorso, è attitudine ad accettare positivamente l'insensatezza, l'imperfezione del mondo, a vivere il qui e ora e affermarlo come "eterna ricorrenza". "Tutto va, tutto torna" scrive il filosofo tedesco in Così parlò Zarathustra e l'idea che ogni azione compiuta da ogni essere umano in ogni momento della storia è destinata prima o poi a ripetersi e che tutti gli eventi nel mondo si ripetono nello stesso ordine attraverso una serie eterna di cicli è centrale in tutti gli scritti maturi di Nietzsche. "Questo anello, in cui sei solo un granello, brillerà di nuovo per sempre. E in ciascuno di questi cicli della vita umana ci sarà un'ora in cui, per la prima volta, un uomo, e poi molti, percepiranno il pensiero potente dell'eterno ripetersi di tutte le cose". Nel famoso Aforisma 348, Nietzsche ci presenta una possibilità molto particolare attraverso la bocca di un demone che striscia segretamente e sussurra nell'orecchio. Qui l'eterno ritorno è presentato come una questione personale, in cui è in gioco il proprio essere, la propria vita : "Questa vita come la stai vivendo ora e l'hai vissuta dovrai viverla ancora una volta e innumerevoli altre volte; e non ci sarà nulla di nuovo in essa, ma ogni dolore e ogni gioia e ogni pensiero e ogni sospiro e tutto ciò che è indescrivibilmente piccolo o grande nella tua vita dovrà tornare da te, tutto nello stesso ordine".  Comprendere la ripetizione perpetua, e non solo fare pace con essa, ma abbracciarla, richiede ciò che chiama amor fati, amore per il destino. Assumere su di sè il proprio destino, sperimentare l'errore e la conseguente sofferenza, accettare il passato e volerne la ripetizione per poter scegliere di liberare la propria  volontà come volontà di potenza e quindi come creatrice, significa voler diventare cio che si è, diventare uno degli Übermensch e astenenersi dalla disperazione



Metafisica:  settore della filosofia che studia Dio, il mondo, l'anima, ecc.


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