“Non c’è cosa più seria del gioco” (Donald Winnicott)
Ed è proprio così! Winnicott
famoso psicanalista inglese considerava il gioco come un’attività completamente
naturale del bambino e considera il gioco
un’importante area transizionale, cioè una dimensione intermedia fra
mondo esterno e mondo interno là dove, proiettando con
l’immaginazione le proprie angosce interne su oggetti reali, i bambini
imparerebbero a controllarle e a gestirle sviluppano creatività e autonomia. Così, il
gioco assume in alcuni casi l'aspetto di imitazione del comportamento adulto e
dà la possibilità al bambino di ricreare situazioni per rivivere momenti che lo
hanno particolarmente divertito, spaventato o interessato, scaricando così
tensioni accumulate. In questo modo il bambino cresce e compie la propria
maturazione psicologica. Il gioco, partendo dalla spontaneità del bambino
favorisce uno sviluppo psicofisico armonico. Attraverso il piacere ludico si
sviluppa la motivazione, di conseguenza l'autostima, importantissimo traguardo per la
formazione del carattere e della persona. Il gioco dunque riveste un
ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo, cognitivo, affettivo ma non
solo per il bambino poiché tale attività viene svolta durante tutto l’arco
della nostra esistenza. Il tutto con un unico fine: procurare piacere. Perfino i piccoli degli animali giocano e, attraverso il gioco,
imparano a conoscere l'ambiente che li circonda, le regole del gruppo, i
rapporti con gli altri. Ed è proprio così che il piccolo di uomo manipolando con
la materia, la forma ed il colore dei
giocattoli impara ad esplorare ciò che sta fuori di lui, finché giungerà il
momento in cui il gioco in comune con gli adulti e gli altri bambini, gli
insegnerà i concetti di norma, di responsabilità e di rispetto degli altri. Stimolando la fantasia ,il gioco, non solo educa ma prepara il
bambino ad affrontare la vita adulta, a conoscere se stessi ed i propri limiti,
nonché ad affrontare paure e frustrazione che la vita presenta. Purtroppo una carenza di attività ludica denuncia nel bambino gravi carenze cognitive ed affettive con conseguente insuccesso scolastico. Come per il bambino anche per gli adulti il gioco diventa un momento prezioso di rilassamento e divertimento. Pertanto non credete che anche noi adulti dovremmo abbandonarci più
spesso al gioco per ritrovare momenti di spontaneità che crescendo spesso perdiamo nonché per ricaricarci emotivamente e fronteggiare meglio i problemi della vita?
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