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Cinema, che passione: Alfred Hitchcock


Durante gran parte della carriera cinematografica di Hitchcock le idee di Freud furono dominanti, e anche se il regista si dichiarava scettico verso la psicoanalisi, concetti e motivi freudiani ricorrono in molti dei suoi film.  Psycho, con Intrigo Internazionale e Uccelli, fa parte di una trilogia incentrata sul super-io materno. Norman Bates ( il giovane impacciato e rassegnato che gestisce un motel e sembra tenere in cura la madre invalida) non è mai solo Norman, ma è Norman e sua madre, più spesso è solo la madre, una donna autoritaria ed egocentrica, che psicologicamente ha ucciso suo figlio determinandone ogni sua azione. "Il migliore amico di un ragazzo è sua madre," lo sentiamo dire ad un ospite del motel. Alla fine del film la personalità dominante vincerà  e Norman sarà solo sua madre…

Marion Crane, un'avvenente segretaria, fugge con i soldi di un cliente dell'agenzia immobiliare presso cui lavora, nella speranza di cambiar vita. Durante la fuga si ferma a pernottare in un motel diretto da Norman Bates, un giovane di bell'aspetto, dalle maniere gentili e con qualche stranezza (come quella di impagliare uccelli) e da sua madre, una donna possessiva, gelosa del figlio e autoritaria. Da quel motel però Marion non ne uscirà viva.

È il 1959, il regista inglese maestro del brivido, Alfred Hitchcock, propone alla Paramount l’idea di un film liberamente basato su un romanzo di Robert Bloch e ispirato alla storia di un serial killer, Ed Gein, il macellaio pazzo di Plainfield. Alla Paramount sono inorriditi e gli negano il finanziamento. Hitchcock decide così di produrlo da solo cercando di ottimizzare i costi, impiegando i collaboratori della serie Tv, Hitchcock presenta, e realizza Psycho  il film che è stato il suo maggiore successo commerciale.
Nell’epoca del Technicolor sceglie di girarlo in bianco e nero, forse per questioni economiche o probabilmente per  sottolineare l’ambiguità di fondo dei personaggi; usa cioccolato fuso per simulare il sangue; inserisce nel film, come elementi continui, degli specchi che sembrano suggerire sia l’idea di una personalità divisa, del doppio, sia quella dell’introspezione e dell’autocoscienza; decide, in maniera insolita per l’epoca, che la “star”  l’attrice Janet Leigh, interprete nel ruolo di Marion Crane, venga uccisa, in una scena con un montaggio rapidissimo al suono di violini che stridono, a quaranta minuti dall’inizio del film; sceglie per interpretare Norman il volto rassicurante di un giovane Anthony Perkins fino ad allora conosciuto principalmente per pellicole romantiche; porta paradossalmente lo spettatore a patteggiare per Norman Bates, interpretato magistralmente dall'attore succitato, per poi nel finale svelare un’assurda verità.La critica non perdonò a Hitchcock la crudezza di alcune scene, come quella ormai famosa della doccia che all'epoca generò una vera e propria psicosi.




E se Psycho diede a Hitchcock il successo commerciale, è Vertigo-La donna che visse due volte  a trovarsi al primo posto della classifica redatta dalla British film Institute dei dieci film più belli di sempre. Quando 1958 il film uscì fu un flop; non fu compreso né da critica né da pubblico, ma da allora la sua rilevanza continua a crescere. Una delle storie più complesse che Hitchcock abbia mai raccontato. Una storia d’amore crudele e nerissima con due magnifici James Stewart e Kim Novak: "una ossessione sentimentale che diviene l’unico mezzo per sopravvivere alla perdita dell’oggetto del proprio amore”.  Tratto dal romanzo D'entres les morts, da cui notevolmente si discostadella coppia francese di giallisti Boileau e Narcejac, Vertigo, trasporta il romanzo dalla Parigi anni Quaranta alla San Francisco anni Cinquanta "senza perderne l'atmosfera amara e malinconica".

Soffre di paura delle altezze e di cadere nel vuoto, "Scottie" Ferguson, un detective di San Francisco ingaggiato da un suo ex compagno di college per sorvegliare la sua giovane moglie, Madeleine. Quest'ultima sembra entrare e uscire dalla sua vera personalità ed identificarsi, in alcuni momenti,  nella sua bisnonna morta suicida all'età di ventisei anni, la stessa di Madeleine. Affascinato dalla straordinaria bellezza della donna, Ferguson accetta l'incarico: comincia a pedinarla sventando anche un primo tentativo di suicidio e si rende conto di essere perdutamente innamorato di lei. Ma quando lei si getta nel vuoto lanciandosi dal campanile di una missione, Scottie assiste impotente alla tragedia










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