“L’essenza del
giallo” scrive Cecil Chesterton “è la presenza di fenomeni visibili con una
spiegazione nascosta”. Compito del detective, professionista, aspirante o
improvvisato, è procedere dal caos dell’ignoto, ricercare prove in grado di
fondare la verità, articolare un ragionamento che dagli indizi consenta
di arrivare ad una conclusione, risolvere l’enigma e quindi smascherare il
colpevole, facendo tuttavia i conti con l’inatteso, il colpo di scena.
Contando sulla
fede di stampo illuministico nelle capacità della ragione di spiegare l’ignoto,
il giallo classico trasmette al lettore una sensazione di rassicurazione nel
prevalere finale dell’ordine. Ma quale tipo di operazione logica utilizza
l’investigatore nel seguire le tracce del colpevole?
La risposta è :
l’abduzione.
Fu Charles
Sanders Peirce, matematico, filosofo e accademico statunitense, il primo a
teorizzarla. “L’abduzione” egli scrisse “è il processo di formazione di
ipotesi esplicative. E’ l’unica operazione logica che introduce una nuova idea,
in quanto la induzione non fa che determinare un valore e la deduzione sviluppa
semplicemente le conseguenze necessarie di una pura ipotesi".
Ma cosa
significa?
Semplicemente
che se con la deduzione si ammettono delle verità da cui
inevitabilmente, per necessità, ne derivano altre, se nell' induzione
dall'osservazione di casi simili si traggono conclusioni probabili, nella
abduzione, analizzando dati marginali, seguendo tracce, indizi trascurabili si arriva
a tessere ipotesi per cui ciò che inizialmente sembrava inspiegabile,
sorprendente, cessa all’improvviso di essere tale. E da un evento già dato si
comincia a procedere a ritroso per giungere a ricostruire i fatti che hanno
portato a quel risultato.
Osservazione
quindi, memoria e immaginazione: è così che Dupin, l’investigatore francese
nato dalla penna di Edgar Allan Poe, riesce a risolvere ne i delitti
della Rue Morgue il sorprendente caso di un duplice delitto compiuto da un
orango e a spiegare perché il colpevole era riuscito a fuggire da una finestra
utilizzando il cavo di un parafulmine. E lo stesso meccanismo logico
dell'abduzione lo troviamo nei casi descritti da Conan Doyle o nei casi
che vedono protagonista l’altrettanto famoso investigatore belga Hercule
Poirot , frutto dalla fantasia di Agatha Christie, che con un guizzo abduttivo
in “Assassinio sull’Orient Express” arriva a formulare l’ipotesi che l’omicidio
sia stato compiuto da ben dodici persone.
Poirot era un ometto dall'aspetto straordinario.
Non arrivava al metro e sessantacinque ma aveva un portamento molto
fiero. Aveva la testa a forma di uovo e la teneva sempre inclinata di
lato. I baffetti erano rigidi e un granello di polvere gli avrebbe dato più
fastidio di una ferita d'arma da fuoco.
Poirot e il
mistero di Style Court di Agatha Christie.
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