L'ignoto fa paura...

Perché scegliere un romanzo giallo, un thriller psicologico, un crime? Forse perché siamo attratti dal misterioso, dalla follia, dalla mancanza di controllo?
I comportamenti umani ci affascinano e nello stesso tempo ci impauriscono; quante volte siamo indotti a pensare che atteggiamenti anche tra i più banali possano celare ben diverse intenzioni?Psicologicamente imparare a riconoscere segnali sospetti, comportamenti strani, situazioni di pericolo fa si che si mettano in atto schemi di comportamento per sfuggire a tali situazioni e questo potrebbe essere uno dei  motivi per cui si sceglie un tal genere di lettura.
Siamo abituati a pensare istintivamente che nella vita quotidiana ci possa succedere qualcosa di pericoloso e indotti quindi a pensare  (giusto o sbagliato che sia ) che leggendo crime, thriller, gialli si possa avere informazioni su come evitare tali pericoli o perché no anche a reagire e sfuggire ad essi.
La paura dell'uomo di fronte al nuovo, all'ignoto, la suspense, che abilmente gli autori di questi generi letterari ricreano nei  loro libri, fa leva inoltre su quelle nostre emozioni che sono in parte legate all'inconscio e in parte a tutto ciò che si insinua nei meandri della mente (pulsioni non sempre accettate e accettabili; il dualismo tra bene e male; l'Eros e il Thanatos).
Lo spavento, la paura che si genera nel lettore, rendendolo partecipe degli eventi descritti, mette alla prova i suoi limiti e oserei dire che lo spinge ad andare oltre se stesso. John Carpenter  regista   di film come Hallowen e la Cosa  sostiene che lo spettatore in realtà cerca "la paura sicura" cioè quella paura finta in cui l'adrenalina è al massimo ma non esiste realmente una situazione di pericolo, e questo forse anche per liberarsi da paure recondite, da ansie. In tal senso il cinema e la letteratura svolgono una funzione catartica, cioè di "purificazione".




Ma che differenza c'è tra il giallo e i suoi sottogeneri, il thriller e  il crime?
Per comprendere la sottile linea di demarcazione tra i tre generi, non sempre del resto molto ben delineata, occorre iniziare con l'identificare i punti che hanno in comune. Innanzitutto ci troviamo sempre alle prese con dei crimini più o meno violenti, delitti efferati, intrighi a volte anche politici, moventi, misteri da svelare e colpevoli da scoprire. Dunque in tutti e tre i generi letterari vi è un racconto visto attraverso la prospettiva del crimine o di un fatto delittuoso.
Nel genere "giallo classico",  il racconto è incentrato sulla soluzione: c'è un assassino e un investigatore che indaga,  raccogliendo indizi, prove,  per arrivare alla soluzione del caso e consegnare  il colpevole nelle mani della giustizia.
Gli avvenimenti si susseguono, ma a un certo punto c'è un risvolto, un capovolgimento: accade qualcosa di imprevisto che ridesta l'interesse del lettore sì da spingerlo  irresistibilmente ad andare fin in fondo alla conclusione della vicenda. Il giallo pone quindi al centro della narrazione la ricerca della verità; per arrivare a scoprirla il metodo usato è l'osservazione, l'indagine.
Il "thriller" è un giallo portato all'estremo dove la funzione predominante è data dalla suspanse e dal mistero. L'obbiettivo di un thriller è quello di mantenere l'attenzione tramite la tensione;  le descrizioni dei paesaggi è molto particolareggiata e minuziosa così come sono minuziose le descrizioni psicologiche dei protagonisti e le relazioni con gli altri personaggi della storia. La trama ruota spesso su casi di omicidio irrisolti o risolti con lacune.
Il "crime" è molto simile al thriller per argomenti, atmosfere e descrizioni psicologiche dei personaggi. Il crimine e le dinamiche che esso scatena rimangono argomenti centrali cambia solo il punto di vista che può essere o quello del criminale o quello delle forze dell'ordine. Il crime rimanda spesso a serie televisive quali: I Soprano, Nip/Tuk, Csi, Ocean Eleven (solo per citarne alcuni). La trama delle  vicende rappresentate segue le linee del giallo e le stesse finalità:  c'è un crimine, o anche una serie di crimini, gli autori cercano di farla franca e un'entità antagonista (il detective, il poliziotto, un eroe solitario, una squadra) che si oppone loro. Dopo una dura lotta il garante dell'ordine ne esce vittorioso,  il criminale viene punito, il delitto scoperto, e il disordine delle regole sociali causato dall'evento criminale, viene ricomposto.
Sempre nel cinema e nella letteratura molto apprezzati dai lettori sono anche quei thriller che raccontano storie di assassini seriali proprio perché pongono il lettore a confrontarsi con una realtà ed una modalità di pensiero estranea rispetto alla normalità quotidiana. Gli schemi mentali e di comportamento utilizzati dagli assassini seriali, la coartazione a ripetere, le loro ossessioni che non si placano se non attraverso l'omicidio generano un meccanismo di attrazione/repulsione che scatenano nel lettore un conflitto che trova la sua soluzione solo alla fine della storia.
Così può accadere per esempio che se da un lato si prova fastidio, ribrezzo, paura, rifiuto, dall'altro a livello chiaramente inconscio, e quindi inconsapevolmente, si subisce il fascino perverso del diverso. 



L'immagine del Motel Bates è tratta dal film Psycho di Hitchcock la cui recensione la potete leggere qui.

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