Dai libri ai luoghi: viaggiare per San Pietroburgo


Pubblicato nel 1848, Le notti bianche è, insieme a Delitto e Castigo, la più letta delle opere di Dostoevskij, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi dell'ottocento.  Due i personaggi del racconto: il protagonista un sognatore romantico, senza nome e solitario, e una giovanissima Nasten'ka che attende sul lungofiume il ritorno dell'amato dopo un anno di distacco.
Sullo sfondo una San Pietroburgo primaverile, quasi magica, semi-deserta, lontana dalla sovraffollata città di altri romanzi maggiori di Dostoevskij.
Esploriamo alcuni dei suoi luoghi seguendo il solitario sognatore
Era una notte incantevole, una di quelle notti come ci possono capitare solo quando siamo giovani. Il cielo era un cielo così stellato, così luminoso che, guardandolo, non si poteva fare a meno di chiedersi: è mai possibile che esistano sotto questo cielo persone irritate e capricciose? 
Città dell'utopia, un sogno divenuto pietra, San Pietroburgo deve la sua esistenza allo zar Pietro il Grande che nel 1703 la fece costruire dal nulla. Uomo eccezionale e terribile allo stesso tempo, amante della cultura europea, lo zar volle occidentalizzare il suo impero e realizzare una capitale che fosse una finestra sull'occidente. Geografo e matematico, in contatto con i migliori ingegni del suo tempo, ammiratore dell'Olanda e dell'Italia al punto da chiamare molti architetti italiani per realizzare la sua Pietroburgo, lo zar fece costruire la città alla foce del fiume Neva. Sotto l'ala dell'aquila imperiale, San Pietroburgo divenne fastosissima nello sfarzo dei suoi edifici nobiliari. Composta da isole e isolotti, canali che la attraversano, intersecata da fiumi minori come la Fontanka, con i suoi seicento ponti che collegano tra loro i diversi quartieri, San Pietropurgo, Venezia del nord, ha il fascino di una città eterea, unica nel suo genere, madre di artisti, poeti, rivoluzionari e filosofi.




"fin dal primo mattino aveva preso a tormentarmi un'angoscia sorprendente. Mi era all'improvviso sembrato che tutti mi lasciassero solo e che tutti si allontanassero da me...Che andassi sul Nevskij, che andassi al parco, che vagassi per il lungofiume - nessuno di quei visi che ero abituato a incontrare sempre allo stesso posto, a una data ora, tutto l'anno..."
Il Nevskij, meglio noto come Prospettiva Nevskij, è un viale che si estende per 4,5 Km lungo i quali si trovano musei, gallerie d'arte, teatri, cinema, negozi, chiese e splendidi palazzi nobiliari. Nato in un periodo relativamente lungo, circa 150 anni, il viale rappresenta un piccolo corso di storia dell'architettura russa. 
... Se mi capitava di incontrare una lunga processione di carrettieri, che  con le redini nelle mani procedevano pigramente accanto ai carri carichi di intere montagne di mobilia di ogni genere...se guardavo le barche stracariche di suppellettili domestiche che scivolavano per la Neva e la Fontanka...mi sembrava che l'intera Pietroburgo minacciasse di trasformarsi in un deserto.
Lungo la Neva sono allineati i palazzi più importanti della città tra cui l'immenso complesso dell'Hermitage uno dei più grandi musei del mondo (vanta nella sua collezione circa tre milioni di capolavori d'arte) e indubbiamente il più bello. Attualmente l'Hermitage si espande su sei edifici; tra di essi, al centro di San Pietroburgo, vi è il Palazzo D'Inverno splendida residenza degli zar, testimonianza visiva della magnificenza  dell'epoca zarista.





L'elegante palazzo monumentale è un esempio suggestivo del barocco nell'arte russa a metà del diciottesimo secolo nonché un brillante esempio di sintesi tra architettura e arte plastica decorativa. Tutte le facciate sono impreziosite da un porticato a due livelli. L'abbondanza di decorazione stampata - cornici fantasiose e architravi delle finestre, mascheroni, cartigli, rocailles e una varietà di frontoni - crea un ricchissimo gioco di luci e ombre che investono l'aspetto dell'edificio con magnificenza.
Nel corso della sua storia, il  Palazzo D'Inverno, come residenza imperiale, ha subito dei mutamenti: i suoi interni sono stati rielaborati in linea con il cambiamento delle mode.  Anche il colore dell'edificio è cambiato più volte nel corso della sua secolare esistenza: giallo, blu, rosso e anche grigio per mimetizzarlo e ridurre il rischio che fosse colpito dagli attacchi aerei durante la seconda guerra mondiale. Dal dopoguerra quella che fu la residenza degli zar è rimasta verde pastello, sia pure con tonalità lievemente diverse.




La Fontanka è un fiume naturale che nasce dalla Neva e si getta nella Neva. Lungo 6,7 km fino al XVIII secolo non aveva nemmeno un nome; per un certo periodo fu chiamato piccola Neva. Oggi è il fiume delle fontane (ormai scomparse) che di fatto costeggiavano il giardino d'Estate. Largo ma poco profondo, più tranquillo della Neva, permise, già prima che nascesse la città, lo sviluppo di diversi paesini lungo i suoi argini. Il suo lungofiume è caratterizzato dalla presenza di importanti edifici come  la cittadella del sale e palazzo Seremetev, sede di musei. Nel corso del XIX secolo la Fontanka era sormontata da ventotto ponti "egiziani"; oggi ne sono rimasti soltanto tre. Ponte Lomonosov con le sue torrette a forma di piccoli templi egiziani, pesanti catene, graziosi lampioni a forma di liocorni, è uno di questi.



E lungo la Fontanka, di cui parla il sognatore mentre osserva le barche scivolare su di essa, c'è la dacia di un duca del XVII secolo. Si tratta di una residenza estiva che a suo tempo si trovava all'esterno della città, quindi già in campagna. Cosa sono le dacie ce lo fa capire il protagonista delle Notti bianche quando scopre che la natura  della sua irrequietezza è legata all'improvviso apparire della primavera in tutta la sua vitalità e al trasferimento dei pietroburghesi in campagna. 
...per tre giorni interi mi tormentò l'irrequietezza finché non ne indovinai la causa. Per la strada mi sentivo male e anche a casa ero depresso.Per due sere cercai di indovinarne la causa...finalmente ho indovinato di cosa si trattava: Pietroburgo si era trasferita o si stava trasferendo in dacia.
La dacia (in lingua locale: dača) è una vera e propria istituzione culturale in Russia. Nata al tempo degli zar come casa di campagna per i ceti elevati,  durante l’epoca sovietica, venne estesa anche ai ceti medi e ai lavoratori, per particolari meriti. Questi ricevevano un appezzamento di terra su cui edificare  case in legno o  mattoni, coltivare l'orto e trascorrere il periodo estivo. La dacia popolare era piuttosto modesta, spesso senza comodità e allacciamenti ai servizi principali. 
Anche oggi la dača è il sogno di tutti i russi, al punto che il 50% della popolazione ne possiede una e puntualmente ogni fine settimana le città si svuotano. Contadini e piccoli proprietari terrieri hanno trovato il modo di aumentare i profitti derivanti dalle rendite rurali, convertendo  le modeste  "capanne" in alberghetti piccoli ma piuttosto confortevoli dove godere appieno la natura.
C'è qualcosa di incredibilmente toccante nella natura pietroburghese, quando all'improvviso, all'apparire della primavera, mostra tutta la sua potenza, tutte le energie donatele dal cielo, si adorna, s'inghinda, si colora di fiori...in qualche modo mi ricorda una ragazza, appassita, malata...che all'improvviso diventa incredibilmente bella, e voi, stupefatto incantato, vi chiedete senza volere: quale forza fa splendere di un simile fuoco quegli occhi tristi e pensierosi?cosa ha richiamato il sangue su quelle pallide gote smarrite?cosa ha coperto con la passione quei teneri tratti del viso?

Dolce vita dolce dacia


Ulteriori informazioni su San Petroburgo li trovate su questo sito:

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