Passa ai contenuti principali

Agatha Mistery: la spada del re di Scozia

Agatha Mistery ha 12 anni e un sogno: diventare una scrittrice di libri gialli. Suo cugino Larry è uno studente pasticcione della famosa scuola per detective Eye, la  più celebre di tutto il mondo. Ogni esame della scuola è per Larry una sfida, un'enigma da risolvere. Una telefonata  della preside della  scuola, l’agente MD38, gli comunica il luogo della prossima missione: Aberdeen, nel castello di Dunnottar.  Il compito di Larry sarà quello di scoprire chi tra gli ospiti del castello ha rubato la famosa spada del re di Scozia durante la cerimonia tenutasi per mostrare il cimelio per la prima volta al pubblico. Se  non lo farà sarà  espulso dalla scuola. E’ la terza missione per Agatha, Larry in compagnia del nonno Godfrey, il più famoso costruttore di mongolfiere di tutta la Scozia, di  Mr Kent, ex pugile e maggiordomo dall'inappuntabile stile british, e del loro pestifero gatto siberiano con  un fiuto da segugio, Watson. 



Titolo: Agatha Mistery: la spada del re di Scozia
Autore:Sir Steve Stevenson
Casa editrice: De Agostini
Prezzo: €8,90 (cartaceo); €4,99 (digitale)

Sir Steve Stevenson alias Mario Pasqualotto è laureato in picolinguista di formazione e ha lavorato per più di un decennio nell’editoria dei giochi di ruolo in Italia e Inghilterra, curando oltre cinquanta pubblicazioni in veste di editor, traduttore e scrittore.
Ha svolto numerose attività di insegnamento e laboratorio per la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna, entrando nel gruppo di ricerca per la formazione dell’identità tramite i metodi della psicologia culturale e della psicologia narrativa.
Ora è impegnato interamente sul fronte della narrativa per ragazzi e della didattica creativa per avvicinare i giovani a qualsiasi forma di linguaggio capace di arricchire l’esperienza individuale.
Info sull’autore da www.dreamfarm.it

Commenti

Post popolari

L'infanzia nel medioevo e nell'età moderna

Tra gli avvenimenti più significativi dell'età moderna, l'invenzione della stampa, le rivoluzioni politiche, l'ascesa della borghesia, la rivoluzione scientifica, c'è la scoperta dell'infanzia. Philippe Ariès, storico francese in un suo libro pubblicato nel 1960, ha sostenuto che l'infanzia nasce con l'età moderna. L'infanzia nelle classi agiate comincia ad essere considerata con il Rinascimento e si afferma nel XVII secolo. Nei dipinti medioevali, per esempio, i bambini erano ritratti come piccoli adulti,  con gli stessi abiti e persino lo stesso volto. Non erano mai raffigurati da soli segno che la loro individualità non è contemplata. Nella festa selvaggia di Brueghell i bambini mangiano e bevono in mezzo a uomini e donne che si rincorrono senza controllo. É solo in età moderna  che compaiono i primi ritratti di bambini, da soli o in gruppo e con sembianze infantili, mentre giocano fra loro. Dunque nel medioevo l'infanzia era sostanzialmente ign...

La filosofia è necessaria: il metodo zetetico.

L’insegnamento della filosofia, soprattutto nella scuola, si colloca da sempre in un equilibrio delicato tra trasmissione di contenuti storico-dottrinali e formazione di un’autentica capacità di pensare. Nella tradizione pedagogica moderna, Immanuel Kant ha formulato un principio che è diventato un riferimento imprescindibile: “la filosofia non si può insegnare; si può solo insegnare a filosofare” . Questa affermazione, apparentemente paradossale, racchiude un’idea decisiva: la filosofia non è un insieme di nozioni da memorizzare, ma un’attività, un esercizio continuo dello spirito critico. Secondo il detto kantiano per cui "la filosofia non si può insegnare: si può solo insegnare a filosofare", la filosofia deve avviare l'allievo all'esercizio delle capacità razionali partendo dall'esperienza quotidiana, dall'analisi dei problemi che nascono dalla vita, dal rapporto quotidiano con il mondo, e interpretarli come questioni più generali. Una interrogazione con...

Romeo e Giulietta : quando l'amore incrocia l'ombra della morte.

Romeo e Giulietta è, insieme all'Amleto, la più rappresentata delle tragedie shakespeariane, e probabilmente la prima a essere rappresentata fuori dai confini del Regno Unito, nel 1604 in una città della Baviera (Germania). Il Globe, vero teatro shakespeariano, sarebbe stato costruito  nel 1599  e la compagnia di fiducia del Bardo, la Lord Chamberlain’s Men (servi del Lord Ciambellano), mise in scena la tragedia (1597) con probabilità al The Curtain, teatro londinese a quel tempo molto in voga nel sobborgo di Shoreditch, una zona anarchica, selvaggia, ma anche incredibilmente gioiosa. All’epoca gli spettacoli erano annunciati da una didascalia posta all’ingresso del teatro accompagnata da uno stendardo: nero per le tragedie, bianco per le commedie e rosso per le rappresentazioni storiche.  La trama di Romeo e Giulietta non era una novità  perché  l’autore si era ispirato a The tragical history of Romeus and Juliet  di Arthur Brooke del 1562. Gli attori...