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Cappuccetto Rosso e il valore inconscio della fiaba

Bruno Bettelheim, psicoanalista viennese e grande estimatore delle fiabe, scrive ne Il mondo Incantato (pubblicato per la prima volta a New York nel 1976) che "Tutte le belle fiabe hanno un significato a molti livelli". Bettelheim sostiene che le fiabe sono un fattore chiave nella ricerca di significato nella vita di un bambino, e che a un bambino i vantaggi del comportamento morale devono essere insegnati non attraverso concetti etici astratti ma mostrati in un contesto che possono capire.  Questo contesto è la fiaba. "Le fiabe parlano al nostro io cosciente e al nostro inconscio, non devono, pertanto, necessariamente evitare le contraddizioni, dato che esse coesistono nel nostro inconscio. E di contraddizioni in Cappuccetto Rosso ve ne sono. Un'incantevole e innocente ragazzina inghiottita da un lupo è un'immagine che si imprime nella memoria in modo indelebile. Come per la maggior parte delle fiabe, anche per quella di Cappuccetto Rosso esistono diverse versioni. La più popolare è la storia dei fratelli Grimm, in cui Cappuccetto e la nonna tornano in vita e il lupo riceve una meritata punizione. Ma la storia letteraria di questa fiaba inizia con Perrault che fece terminare la storia con la vittoria del lupo. Priva di salvezza, recupero e consolazione con un finale creatore d'ansia, la storia di Perrault deliberatamente si rivolge al pubblico di giovani lettori ammonendo, spaventando".



Perrault ne La Petit Chaperon Rouge (Francia XVII secolo) comincia, come tutte le altre versioni note, a narrare del dono fatto dalla nonna alla sua nipotina di una mantella rossa col cappuccio che le procura il soprannome di Cappuccetto Rosso. Un giorno la piccola viene mandata a portare dei dolciumi alla nonna malata. Per arrivare da lei la bambina deve attraversare un bosco. E nel bosco Cappuccetto Rosso incontra il lupo. Il lupo famelico non ha il coraggio di divorarla subito perché nel bosco ci sono dei taglialegna, perciò chiede prima a Cappuccetto dove sia diretta e dopo dove abitasse precisamente la nonna, e la bambina glielo dice. Allora il lupo dice che anche lui era diretto dalla nonna e parte in gran fretta mentre Cappuccetto s'attarda lungo la via. Giunto a casa della nonna, il lupo la divora e si infila nel suo letto senza alcun travestimento. Quando Cappuccetto Rosso arriva, il lupo le chiede di entrare nel letto con lui. Cappuccetto Rosso si spoglia ed entra nel letto. Stupita per l'aspetto della nonna senza abiti comincia a farle domande. Il lupo risponde e in ultimo la divora. In questa versione di Perrault il finale è seguito da una poesiola che espone la morale della storia: le belle bambine non devono prestare ascolto agli sconosciuti. Se lo fanno non devono meravigliarsi se poi vengono aggredite e divorate. In quanto ai lupi sono di vario tipo e i più pericolosi sono quelli gentili che inseguono le ragazzine per strada, e perfino dentro le loro  case. 
"Con ciascuna delle sue storie Perrault non voleva solo intrattenere il suo pubblico, ma anche impartire una determinata lezione morale"(Bettelheim). Per raggiungere questo obiettivo manipolava le fonti originarie, e nel caso di Cappuccetto Rosso la fiaba ha avuto una lunga storia come racconto orale per centinaia di anni prima delle versioni stampate di Perrault e dei fratelli Grimm (Germania XIX secolo). Le  origini della storia risalgono addirittura al 1203 a un manuale antologico latino del chierico Egberto di Liegi intitolato Fecunda ratis, pieno zeppo di  proverbi, filastrocche, racconti popolari e fiabe scritte per insegnare regole grammaticali e impartire lezioni morali agli studenti della sua classe. Una di queste De puella a lupellis seruata (La fanciulla salvata dai lupacchiotti) parla di una bambina di cinque anni che viene trovata in compagnia dei lupi. Essa indossa una tunica di lana donatole dal suo padrino nel giorno del  battesimo e quindi di grande importanza per lei.  Giacché il sacramento è celebrato durante il tempo liturgico della Pentecoste, la tunica rossa è un richiamo alla forza dirompente dello Spirito Santo. Rapita mentre vagabondava incurante di se stessa e dei pericoli da un lupo desideroso di sfamare i suoi lupacchiotti, la bambina si salva facendo appello alla tunica e quindi indirettamente al battesimo e al Dio creatore. 
Perrault modificando la fiaba e adattandole per il pubblico delle corti, nelle morali aggiunte privò, la fiaba di gran parte del suo significato, rendendola cruda e predicativa. Affermando così sfacciatamente lo scopo della storia, scrive Bettelheim, Perrault rende difficile per un bambino relazionarsi a essa perché: "Distrugge il valore della fiaba per il bambino se qualcuno ne specifica il significato per lui". Nel caso di Cappuccetto Rosso nessuno raccomandò alla bella eroina di non attardarsi per la via nel recarsi dalla nonna e di non deviare dalla giusta strada. Nella versione di Perrault Cappuccetto Rosso è trasformata in una precoce donna stupida che si ferma a parlare con il lupo o che vuole essere sedotta e che di fronte ad una diretta ed evidente seduzione (l'invito ad infilarsi nel letto) non fa nulla per sfuggire o reagire. Si spoglia, raggiunge il lupo a letto e si meraviglia delle dimensioni delle sue parti del corpo. Il copricapo rosso si trasforma in un capo di abbigliamento provocatorio. Il valore della fiaba è distrutto. Tutto è troppo esplicito e nulla è lasciato all'immaginazione e alla possibilità di dare alla storia un significato personale. Solo quando la scoperta autonoma di significati nascosti procede in maniera intuitiva e spontanea la fiaba acquista importanza. Limitandone il contenuto e aggiungendo addirittura una coda ammonitoria (le giovani donne attraenti non dovrebbero mai parlare con uomini estranei, l'apparentemente più gentile di questi lupi dalla pelle liscia è il più pericoloso) Perrault priva la fiaba del suo valore inconscio: "da ragazzina ingenua, indotta ad ignorare gli ammonimenti materni e a comportarsi in modo che a livello conscio giudica innocente, Cappuccetto Rosso viene trasformata in una donna traviata" (Bettelheim) preda dei suoi stessi appetiti sessuali. Priva del finale consolatorio, con la vittoria del lupo, la storia di Perrault sembra assecondare "l'errata convinzione di alcuni adulti che pensano che è preferibile spaventare i bambini per indurli a comportarsi bene anziché calmare le loro ansie come fa una vera fiaba".





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