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Giulia Carcasi

«La scrittura non la puoi gestire. Ci sono sere in cui non hai nulla da raccontare, e ce ne sono altre in cui parte una storia e non puoi smettere di scrivere perché vuoi vedere come va a finire, e hai bisogno di scioglierla dentro di te. Scrivo per leggermi, perché è l’unico modo che ho per fare chiarezza dentro di me. Scrivo per me perché ho un grande bisogno di fare pulizia. Nella mia scrittura le frasi non sono agghindate, sono frasi lineari, dove c’è un aggettivo e uno soltanto. Questo bisogno di scegliere nello scrivere, è un bisogno che poi ritorna di riflesso anche nella mia vita, nel senso che, nel momento in cui riesco ad avere più lucidità per eliminare più aggettivi e più espressioni, riesco anche a fare spazio nella mia vita. Io credo che il superfluo sia difficilmente gestibile, perché è altro che devi controllare e quindi cerco di ridurre le frasi, e allo steso modo anche nella mia vita cerco di dare spazio alle cose essenziali. Per me, la scrittura è qualcosa di intimo, è spogliarsi di fronte a qualcuno. Quando finisco di scrivere un libro e decido di farlo leggere a qualcuno, mi sento messa a nudo, in difficoltà, come se stessi scoprendo una parte di me: mi sono privata di una corazza in qualche modo…».

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